di Camilla Miroballo, I F
Considerato, assieme al suo Partigiano Johnny e al Sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino uno die capolavori per antonomasia della Resistenza, Una questione privata apre le porte al racconto di un intreccio di ricordi, sensazioni e immagini vivide riportate con irruenta intensità da Beppe Fenoglio, scrittore e partigiano nato nel 1922 e vissuto ad Alba, città –protagonista delle pagine del suo narrare.
L’autore stesso, affetto da una lieve balbuzie, riflessivo e di temperamento fantastico, sembra rispecchiarsi in un libro che, velato di mistero, racconta la storia tormentata e viva di Milton, uno studente che appare, appunto, quasi come alter-ego di Fenoglio, in quanto rappreso di ricordi e caratteristiche, non solo fisiche, dello scrittore.
Nelle Langhe Milton milita come partigiano, ma, nel bel mezzo di una guerra, sembra piuttosto combattere una propria battaglia privata, individuale, solipsistica. È facile per il lettore, immaginarsi partecipe, immerso in un’atmosfera di suspense e ideali cavallereschi che, secondo Calvino, ricordano quelli dell’Orlando Furioso, percepire, nella frenesia dell’ intreccio romantico, come proprio il tormento del protagonista che, una volta tornato nella casa dell’amata Fulvia, viene a sapere dalla governante di quest’ ultima, di una presunta relazione tra la ragazza che ancora ama ed il suo migliore amico, Giorgio (ricordate Angelica e Medoro?). Nell’animo burrascoso dell’eroe solitario si insinua quindi un dubbio capace di logorarlo per tutte le notti e i giorni a venire.
Milton intraprende, così, una personale ricerca della verità, colto dal desiderio di conoscere i sentimenti della giovane per Giorgio. Terrificato dall’ idea di morire senza sapere, è sempre piu desideroso e smanioso di conoscere la realtà. Quale epilogo ha in sorte per lui questa vicenda?
Un romanzo di trasporto, di rabbia e commozione; in cui le immagini si susseguono vivide nella rapidità delle scene. Un romanzo misterioso, che porta in sé il segreto della ricerca di ognuno di noi, la voglia che tutti abbiamo di partire inseguendo qualcosa, per scoprire tutt’altro, quella che uno scrittore neogotico come Walpole avrebbe tenuto a battesimo come serendipity. Un percorso di crescita dovuto all’ introspezione, al trasporto e alle forti emozioni che Fenoglio riesce a comunicare con un linguaggio che arriva all’ anima e graffia il cuore, per rimanere poi impresso fra i pensieri.
A lasciare senza fiato però, è lo strepitoso finale, oggetto
di discussione della critica letteraria proprio perchè lascia nel lettore un’
idea di incompletezza e scarsa chiarezza riguardo la sorte del protagonista.
Nonostante il rischio e la paura durante l’ inseguimento dei fascisti però, gli
ultimi pensieri di Milton sono rivolti ancora una volta a Fulvia. Il racconto
termina, infatti, con l’immagine di una caduta che incoraggia la libera interpretazione
della conclusione di un viaggio non solo attraverso i paesaggi disegnati dalle
descrizioni limpide che Fenoglio regala, ma anche alla riscoperta del proprio
essere. Una lettura di cui sarà impossibile stancarsi, capace di far riflettere
e tener vivo il ricordo.