di Cecilia Andreozzi, I F
Guardando il telegiornale o sfogliando un giornale probabilmente ti sarà capitato di sentir parlare di un nuovo virus che negli ultimi giorni, in oriente e non solo, ha scatenato forte timore: il coronavirus.
I coronavirus sono una vasta famiglia di virus noti per causare malattie che vanno dal comune raffreddore a malattie più gravi come la sindrome respiratoria mediorientale (MERS) e la sindrome respiratoria acuta grave (SARS ). L’epidemia però della quale sentiamo parlare ormai quotidianamente sembra esser stata causata da un nuovo ceppo di coronavirus che non è stato precedentemente mai identificato nell’uomo e per questo del tutto sconosciuto all’organismo umano. I primi casi di coronavirus sembrano provenire
dalla Cina,ma i numeri dell’infezione nell’ultimo periodo sono cresciuto vertiginosamente tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha aumentato a livello 5 la valutazione del rischio.
Ma come possiamo riconoscere il coronavirus e soprattutto come possiamo combatterlo?
I principali sintomi sono: tosse, febbre ed in alcuni casi insufficienze respiratorie. Secondo le ultime ricerche il coronavirus sarebbe, inoltre, trasmissibile solamente attraverso un contatto stretto. La diagnosi del virus è molto veloce, ma al momento non è ancora stato scoperto un vaccino in grado di debellare il virus, perciò è importante tenere a mente le classiche norme di igiene personale.
I medici di tutto il mondo,allarmati per la velocità con la quale il virus si sta ormai diffondendo in Oriente e pian piano anche in Occidente hanno prontamente iniziato i loro studi per debellare la malattia, ma le notizie più confortanti arrivano proprio dalla capitale italiano, infatti, all’ospedale Spallanzani di Roma nelle ultime ore il team di ricerca composto da: Concetta Castilletti, la responsabile dell’unità virus emergenti dell’Istituto Spallanzani, dove lavora dal 2000 e in cui è soprannominata “mani d’oro“,Maria Rosaria Capobianchi ,direttrice del laboratorio di virologia,Francesca Colavita , laureata in biologia applicata alla ricerca biomedica e specializzata in microbiologia e virologia all’università Sapienza di Roma, da quasi 6 anni lavora allo Spallanzani, ancora precaria hanno saputo isolare il virus dopo aver tenuto sotto osservazione per 48 ore due turisti in viaggio a Roma dalla Cina , identificati come gli unici due casi di corinsvirus in Italia.
“Il risultato ottenuto è il frutto del lavoro di squadra, della competenza e della passione dei virologi di questo Istituto, da anni in prima linea in tutte le emergenze sanitarie nel nostro Paese, abbiamo lavorato per cinque ore al giorno nel laboratorio ad alta protezione, usando tute, mascherine e precauzioni, ci siamo coccolati il virus, perché mica è semplice. Però alla fine ce l’abbiamo fatta. Quando lo abbiamo visto al microscopio e abbiamo capito che era proprio lui, in reparto ci sono stati salti di gioia”.