di Alessandro Grasso, II F

Appena rilasciato, Michelangelo Merisi detto il Caravaggio cercò di raggiungere Porto Ercole per recuperare le tele, non si sa bene se via mare con una barca datagli dalla Marchesa Colonna, oppure a piedi, percorrendo la spiaggia della Feniglia, dove, purtroppo, cadde moribondo.  Oggi, in quel luogo, si trova una stele.

Durante il viaggio le sue condizioni di salute erano peggiorate: era stremato e con la febbre alta dovuta molto probabilmente alla ferita ricevuta a Napoli. Certo è che l’artista venne portato in un ospedale a Porto Ercole, Santa Maria Ausiliatrice della Confraternita di Santa Croce, situato dietro la Chiesa di Sant’Erasmo, dove morì il 18 luglio 1610 all’età di 39 anni e sepolto nel Cimitero di San Sebastiano.

Nel 2001 nei registri della Parrocchia di Sant’Erasmo, in un libro dei conti del 1656 è stato trovato l’atto di morte di Caravaggio nel quale è scritto: “A dì 18 luglio 1609 nel ospitale di S. Maria Ausiliatrice morse Michel Angelo Merisi da Caravaggio dipintore per malattia”.

Come possiamo notare, l’anno della morte non corrisponde, perché nel 1609 era ancora a Napoli, ma si pensa che possa essere stato un errore durante una trascrizione, oppure forse ancora non era stato introdotto il calendario gregoriano.

Con il ritrovamento dell’atto di morte sono iniziate le ricerche delle ossa di Caravaggio. Il Cimitero di San Sebastiano non esiste più perché è stato inglobato nella parte del paese nuovo e nel 1956, per ampliare la strada principale, tutti gli scheletri del vecchio cimitero furono spostati nell’ossario del cimitero attuale. Nel 2008 furono riesumate queste ossa, più quelle dell’ossario della Chiesa di Sant’Erasmo e fu fatta una ricerca scientifica ad opera dell’Università di Bologna. Tra tutti i resti ossei ne furono selezionati alcuni che provenivano dal vecchio Cimitero di San Sebastiano, i quali furono portati a Caravaggio (BG) per fare un confronto con il DNA dei discendenti dei fratelli del pittore.

Il 16 luglio 2010 i ricercatori dichiararono che alcuni resti ossei comparati con il DNA ed aventi un’alta percentuale di piombo e mercurio (sostanze usate dai pittori per la preparazione dei colori), con una percentuale di sicurezza dell’85% erano quelle di Caravaggio. Le ossa sono state riportate a Porto Ercole e deposte in un Mausoleo dedicato al pittore situato dove era il vecchio cimitero di San Sebastiano, inoltre, sulla via principale, in prossimità del monumento funebre, è stato posto un altro monumento, questo in acciaio corten dove sono rappresentati i simboli della sua vita. Non si sa per quale motivo l’anno scorso il monumento funebre sia stato spostato nell’attuale cimitero di Porto Ercole.

Per celebrare il quadricentenario della morte del pittore è stata allestita una mostra: è stato portato nella piccola chiesa di Sant’Erasmo il “San Giovannino” della Galleria Borghese che tanti anni fa giunse a bordo della feluca. Per l’occasione la chiesa è stata trasformata nella stiva della feluca, con pannelli neri sui lati, sul pavimento un finto parquet e sul soffitto a capriate veniva proiettato il mare, quasi a ricordare il viaggio. Sull’altare, chiusa in una teca di cristallo, illuminata, c’è la grande tela, bella, magnifica che emerge dal buio. La mostra evento porta il titolo: MICHELANGELO MERISI DA CARAVAGGIO “CHIUDER LA VITA”, proprio per ricordare dove il pittore concluse la sua vita.

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