di Gian Claudio Bertolotti, I F
Panico nei mercati per l’emergenza coronavirus. La continua avanzata della pandemia ha fatto registrare nell’ultima settimana il peggiore ribasso nella storia di Piazza Affari che chiude a 2.67%, tra le peggiori al mondo con un calo del 2,61% per il Ftse Mib, il più significativo indice azionario della Borsa italiana, causando il ribasso da inizio anno al 28,2%. Anche dopo l’azzeramento dei tassi USA, le Borse europee si mantengono in calo, chiudendo prevalentemente sotto la parità, con una perdita del 10% dei listini europei. Pesano le rilevazioni economiche che ormai scontano gli effetti del virus; Francoforte termina a -0,47%, Parigi cede a l’1,61%, Londra arretra dell’1,35%, Madrid -2,9% nell’ultima settimana di contrattazione. La Banca centrale europea è intervenuta con decisione, con un piano di acquisti netti aggiuntivi di 120 miliardi di euro per il 2020, lanciando anche una nuova tranche di maxi-prestiti alle banche con l’intento di fornire un immediato sostegno al sistema finanziario ed economico del paese.
Negli USA, i listini americani sono crollati del 7%: la Fed ha iniettato 1500 miliardi di dollari sul mercato nel tentativo di evitare eccessiva contrazione e di facilitare i cosiddetti “Treasury Bond”, una speciale categoria di obbligazioni emesse dallo Stato con una scadenza minima per il rimborso di 30 anni dall’emissione. La Fed, inoltre, ha deciso di tagliare i tassi di un punto percentuale portandoli quasi a zero, in un range compreso tra 0 e 0,25%. Tonfo dei mercati anche in Australia, che ha chiuso a -9,7%, e in Asia. Le borse asiatiche, in particolare, hanno chiuso in calo nella prima settimana di aprile, con il Nikkei a -2,5%, Seul a -3,19%, Shangai a -3,4% e Shenzen a -4,38%; Tokyo è riuscita a chiudere invariata (+0,01%), Hong Kong è scivolata dello 0,19%, Shangai dello 0,84 e Singapore, risultato il peggiore, ha perso il 2,6%. Un calo di proporzioni così devastanti per l’Asia, che la Bank di Japan ha deciso di incrementare gli acquisti di azioni, obbligazioni e altri asset e di fornire prestiti a tasso zero per la durata di un anno a società che si trovano, a causa della pandemia, a corto di liquidità. Inoltre, si è “varata” l’importante misura di iniettare liquidità sul mercato ricorrendo agli investimenti, e si è annunciato un nuovo pacchetto di misure economiche e finanziarie, ancora allo studio, per aiutare l’economia a superare l’impatto dell’epidemia di Covid-19.
La banca centrale cinese ha optato per l’iniezione di liquidità da 550 miliardi di yuan, l’equivalente di 78,8 miliardi di euro, con il taglio di 0,51% della riserva obbligatoria – un istituto con cui si impone alle banche di detenere una percentuale delle loro passività presso la banca centrale per tutelare i risparmiatori, in caso di crisi e di pericolo di insolvenza, ovvero per effettuare interventi mirati di politica monetaria – utilizzando l’ emissione di 100 miliardi di yuan con linea di credito a medio termine di un anno e al tasso del 3,15%.
Si tratta, senza alcun dubbio, di misure importanti, così come sono importanti quelle che recentemente ha attuato il nostro Governo con il decreto “Cura Italia”; come sostengono gli esperti, però, le misure varate avranno bisogno di ulteriori “innesti” e adattamenti, dal momento che la sospensione o la riduzione delle attività produttive incideranno sensibilmente sull’economia mondiale nel prossimo futuro.