di Gian Claudio Bertolotti, I F

In tempi di isolamento sociale per la pandemia da Covid-19, nonostante un rilevante aumento della disoccupazione e una forte crisi che affligge numerosissime aziende, ci sono anche coloro che da tale situazione stanno traendo notevoli profitti: è questo il caso del settore della grande distribuzione e degli alimentari, nonché quello dei videogiochi.

Con riferimento ai videogiochi in particolare, parliamo di un mercato dal valore di oltre 123 miliardi di dollari, guadagni derivati da un continuo incremento della vendita di console e da un’eccessiva fruizione di tali videogame. A fare la differenza sono titoli come Fifa, Call Of Duty e Fortnite; solo quest’ultimo negli ultimi due anni ha fatto fruttare alla Epic Games, lo sviluppatore, un incasso pari a oltre 4 miliardi di dollari, e ancora oggi, continua ad essere la benzina della “game economy”, un mercato in continua crescita che necessita costantemente di reperire nuovi lavoratori e professionisti; una “gallina dalle uovo d’oro” che solo in Italia vale un giro  d’affari pari a 1,7 miliardi di euro, il 19% in più rispetto al 2017.

Con il lockdown, è indubbiamente un buon momento per tale settore; favorita, inoltre, potrebbe essere quella elevata percentuale di studenti (78%) che trovano con più facilità impiego dopo gli studi nell’Accademy. L’Accademy è un luogo fisico e virtuale in cui le persone sono destinatarie di eventi informativi e rappresenta il fulcro della c.d. “Learning Organization”, un processo mediante il quale l’individuo sviluppa delle azioni che permettono di migliorare la crescita cognitiva. Chi ha avuto modo di frequentare l’Accademy, al giorno d’oggi punta a lavorare come Game Programmer, l’attività più richiesta in questo settore.

Attualmente, le vendite online di videogiochi hanno registrato un +180% in Francia, un +120% in Italia nella scorsa settimana. E come se non bastasse, anche le vendite fisiche non sono da meno, con un +90% in Francia e un + 5% in Italia e Spagna. Dobbiamo considerare, inoltre, il ricavato derivato dal tempo di gioco degli acquirenti. Si è registrato un aumento incredibile del tempo trascorso videogiocando: +45% in USA, +29% in UK, +20 % in Germania, e +13% in Italia.

I dati sono sbalorditivi; rimarranno invariati? Continueranno ad aumentare dopo il lockdown oppure no? I cittadini, grandi e piccoli, uomini e donne, continueranno a passare il proprio tempo sulle piattaforme multimediali e a spendere i propri soldi sulle apparecchiature elettroniche? Oppure li abbandoneranno perché stufi, passando il proprio tempo facendo sport o stando con gli amici che non vedono da mesi? I giovani che adesso studiano per diventare programmatori, continueranno sulla stessa strada o decideranno di studiare medicina per aiutare il paese in situazioni come quella di adesso? E se ciò dovesse accadere, cosa succederà alla grandi industrie di videogiochi?

A parere mio, al termine del periodo d’emergenza, anche se le aziende di videogiochi dovessero perdere un’ingente parte dei propri ricavi, il guadagno accumulato rimarrà comunque elevatissimo, visto che, a prescindere da questa situazione, il videogioco rappresenta da sempre un dei passatempi più amati e più immediati dall’uomo.

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