di Cecilia Andreozzi, II F
“Un dolore la chiusura di teatri e cinema. Ma oggi la priorità assoluta è tutelare la vita e la salute di tutti, con ogni misura possibile. Lavoreremo perché la chiusura sia più breve possibile e come e più dei mesi passati sosterremo le imprese e i lavoratori della cultura”, sono state queste le parole del ministro per i Beni culturali Dario Franceschini in seguito all’emanazione del Dpcm firmato dal governo Conte entrato in vigore a partire dal 26 ottobre 2020, che prevede la chiusura di teatri, sale da concerto, sale cinematografiche, anche all’aperto, centri culturali, centri sociali e ricreativi. Le nuove misure di prevenzione del virus Covid-19 stabilite dal governo hanno, però, immediatamente scatenato forti polemiche all’interno del mondo dello spettacolo da parte dei lavoratori che, dopo la chiusura della scorsa primavera, sono costretti con forte rammarico e delusione ad abbandonare nuovamente le proprie attività. Nell’appello firmato da oltre da 79.339 artisti, infatti, questi assicurano di aver messo il loro straordinario e personale impegno per riaprire Teatri e Cinema nel pieno rispetto dei protocolli per la tutela della salute, rendendoli luoghi sicuri. Secondo i lavoratori del mondo dello spettacolo non sarebbero, perciò, questi i luoghi del contagio e pertanto la loro chiusura sarebbe unicamente dannosa e non particolarmente efficace. Le conseguenze dei nuovi provvedimenti danneggiano senza dubbio l’economia del settore e si teme anche una forte crisi dal punto di vista culturale, poiché, proprio in un momento di paura, tensione e instabilità, come quello causato dalla pandemia sarebbe piuttosto consolatorio offrire al pubblico attimi di svago, serenità o riflessioni. Sono davvero tante le petizioni e le lettere rivolte al governo, tra cui la dichiarazione del maestro Riccardo Muti: «Chiudere le sale da concerto e i teatri è decisione grave. L’impoverimento della mente e dello spirito è pericoloso e nuoce anche alla salute del corpo». Anche alcuni tra i volti più noti della televisione, del cinema e del teatro italiano hanno deciso di intervenire a sostegno del mondo dello spettacolo: Stefano Accorsi, Caterina Guzzanti, Claudia Gerini e Pierfrancesco Favino sono solamente alcuni degli attori che hanno mostrato vicinanza e supporto al loro settore affermando sulle loro pagine instagram e twitter: «Non siamo tempo libero, siamo lavoro e molto di più. Non condividiamo le decisioni prese su cinema e teatri e non da oggi. Come intendete sostenere i lavoratori? Perché non ci ascoltate rispondendo alla nostra richiesta di un incontro?» e poi ancora Gabriele Muccino: «Chiudere i cinema e i teatri dice solo una cosa: che nessuno tra coloro che hanno voluto questa misura si è preso la briga di andare al cinema negli ultimi due mesi. Avrebbe trovato al massimo 10 persone in sala per ogni spettacolo. Non ce n’era davvero motivo». Il maestro Bellocchio su Repubblica : «Neanche le bombe fermarono cinema e teatri una sciagura chiuderli ora”. L’attore Lino Guanciale: «Con tanto lavoro, passione e professionalità abbiamo trovato a rimettere in moto dello spettacolo dal vivo. Non possiamo fermarla ora. Firmiamo la petizione per tenere aperti cinema e teatri».