di Alessandro Grasso, III F
Salvador Dalì, pittore spagnolo appartenente alla corrente surrealista e vissuto nel 1900, ha il merito di aver realizzato un dipinto spettacolare. Indubbiamente diverso dalla produzione tipicamente pittorica di Dalì, il “Cristo di San Juan de la Cruz” è famoso anche per essere diverso dall’iconografia religiosa del Cristo in croce. Il Cristo viene infatti rappresentato sulla croce, non nel modo canonico come siamo abituati a vederlo, cioè frontalmente e dal basso verso l’alto, ma da un punto di vista diverso: lo ammiriamo dall’alto.
Il dipinto è un olio su tela (cm 205 x 116) e fu realizzato nel 1951, adesso è conservato in Scozia nel Kelvingrove Art Gallery and Museum.
Il pittore ebbe questa intuizione geniale dopo aver visto il disegno di Frà Giovanni della Croce, un Santo del ‘500, nel Monastero dell’Incarnazione ad Avila ed anche dopo aver fatto un sogno nel quale vide un cerchio contenuto in un triangolo in cui riconobbe lo schema del disegno di Avila.
La Croce è sospesa nel vuoto, avvolta nel buio, sopra un paesaggio dove tutto è immobile. Sembra che Dio dall’alto osservi Cristo, il Figlio in Croce. L’intera parte superiore del quadro è occupata dalla grande Croce sulla quale è il Cristo. Solamente la parte alta della Croce ed il Cristo sono illuminati da un fascio di luce che proviene da destra. Non sono presenti i simboli della Passione: Cristo non ha né la corona di spine né i chiodi nelle mani e nei piedi, ma ugualmente le sue mani ed i suoi piedi aderiscono alla Croce. Dalì giustificava queste omissioni dicendo che voleva dipingere Cristo “bello come un dio quale Egli era veramente” e non la crudeltà della crocifissione. Il suo corpo è proteso in avanti ed il volto non si vede perché anche la testa è inclinata in avanti, come se stesse guardando verso il basso.
La parte inferiore del dipinto è più luminosa. Tra le nuvole color sabbia perché illuminate dal sole, si può intravedere il cielo celeste. In primo piano una spiaggia con una piccola barca con un uomo al lato ed un uomo che tira le reti da pesca. Poco più dietro si può vedere un’altra barca ed un altro uomo. Sempre in basso in fondo ci sono delle colline; il paesaggio è la baia di Port Lligat, in Spagna dove il pittore ha vissuto.
Il quadro è meraviglioso e l’abilità dell’autore fa sì che sembri una fotografia. L’effetto drammatico, creato dal forte chiaroscuro, cioè la zona scura della parte alta del dipinto si contrappone alla parte bassa molto luminosa, dividono il dipinto in due sezioni, quasi a significare: superiore divino, inferiore terrestre. Cristo amorevolmente ci osserva dall’alto, è sempre presente in ogni momento della nostra vita, ed il suo sacrificio, rappresentato dall’oscurità, ci dà la salvezza, rappresentata dal paesaggio luminoso in basso.
Il quadro trasmette un profondo misticismo ed una grande sensazione di pace.