di Giovanni Fabbri, III F

Sin dai tempi della Grecia classica la funzione dello sport è sempre stata quella di rafforzare l’unione e la cooperazione tra i differenti popoli attraverso le differenti competizioni sportive che gli atleti di tutto il mondo. Ne sono un esempio le Olimpiadi, che addirittura erano talmente importanti per la società dell’epoca da garantire nel corso della loro durata la pace tra i popoli e la sospensione di eventuali guerre in corso. Vi sono casi ricorrenti nel corso della storia in cui lo sport ha garantito la pace anche in momenti politicamente difficili, eliminando le tensioni sovranazionali e rischi della nascita di grandi guerre. Un esempio lampante fu la vittoria nel Tour de France di Gino Bartali nel 1948, che unificò tutto il paese nell’immediato dopoguerra, quando si era a un passo dalla guerra civile e gli italiani mancavano di quella coesione che era stata sgretolata a causa del conflitto mondiale In altri casi invece lo sport è stato soggiogato alla politica ed è stato anzi utilizzato dai regimi totalitari a uso esclusivo della propaganda. Ne sono un esempio le Olimpiadi di Berlino in Germania nel 1936, fortemente volute dal Führer per dimostrare al mondo la grandezza della razza ariana e del ritorno della nazione tedesca fra le potenze mondiali, o quelle di Mosca del 1980, sfruttate dal regime sovietico dell’URSS per dimostrare nei confronti di tutto il mondo il proprio ruolo di prima grande superpotenza mondiale. Oggi, all’alba dell’invasione russa in Ucraina, in un momento assai delicato per lo sport quale quello del post-Covid, che ha portato alla posticipazione di un anno l’inizio delle Olimpiadi di Tokyo e all’annullamento di molti eventi sportivi del 2020-21, il mondo si trova ad affrontare un nuovo evento della storia che porterà sicuramente a cambiamenti geopolitici nel prossimo futuro. Se lo sport dovrebbe da una parte mantenere la propria funzione di divertimento e trascendenza dal mondo politico, è innegabile che mai come oggi esso stia venendo usato dalle massime istituzioni sportive, sotto la grande pressione degli stati occidentali, per sanzionare i paesi di Russia e Bielorussia, contribuendo al loro isolamento dal resto del mondo a livello sociale, per creare malcontento tra i popoli e gli sportivi di tali nazioni nella speranza di aumentare o le possibilità di un colpo di stato o di far cambiare decisione ai governi di Putin e Lukašėnka. Recentemente infatti la FIFA e la UEFA sono state le prime a muoversi per sanzionare pesantemente i due paesi, la prima squalificando le nazionali russa e bielorussa dalle qualificazioni ai Mondiali 2022 in Qatar, la seconda squalificando invece dalle competizioni europee per club le società russe e bielorusse per l’anno sportivo 2021-22. Inoltre, sono stati anche sospesi e cancellati tutti i contratti delle società sportive con aziende russe come ad esempio Gazprom, che per giunta era anche sponsor ufficiale della UEFA, e tutti gli eventi sportivi in Russia quale la finale di Champions League prevista per il 28 Maggio a San Pietroburgo, spostata invece a Parigi. Oltre al calcio, sport più seguito in Russia, anche nel mondo della Formula 1 sono stati presi provvedimenti simili, cancellando dal calendario delle gare del campionato 2022 il Gran Premio di Russia e sospendendo i contratti di tutti gli sponsor russi del circolo e i piloti delle scuderie, come successo a Nikita Mazepin.

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