di Arianna Citarelli

Il quarto anno di liceo è un anno complesso. È l’anno in cui vedi lontano quel primo anno da cui sembrano passati secoli, ma vedi avvicinarsi l’anno della maturità e della fatidica scelta del cammino da intraprendere una volta terminata quella fase importante della vita. Ma se ne è lontani ancora, c’è ancora tempo, anche se una voce nella testa ripete che in realtà di tempo ne manca poco.

Per quanto riguarda me, l’anno scorso navigavo in alto mare: avevo idee, possibilità che mi si aprivano nella mente, ma era tutto circondato da una aurea vaga e indefinita, senza certezze né concrete possibilità di trovarle. Sapevo però di un programma di orientamento universitario organizzato da una prestigiosa università italiana, avevo visto i corsi proposti gli scorsi anni e pensavo che sarebbe stata una splendida opportunità per schiarirmi le idee. Così sono stata più che entusiasta quando a marzo del mio quarto anno il mio professore, poiché ne possedevo i requisiti, mi ha proposto di partecipare, e sono stata molto emozionata quando a seguito della selezione nazionale sono stata ammessa al corso.

Il corso a cui ho preso parte proponeva una settimana di orientamento allo studio universitario organizzato dalla Scuola Normale Superiore di Pisa. Gli alunni di scuole superiori che devono iniziare il quinto anno selezionati da tutta Italia assistono a lezione e seminari tenuti da docenti, ricercatori e giovani alunni della scuola sui temi più vari: chimica, filologia, matematica, scienze sociali, informatica, algebra, filosofia, archeologia, storia. Nell’anno 2021 gli alunni ammessi sono stati divisi in tre settimane diverse, due a luglio con il corso da seguire a distanza e una terza a inizio settembre in presenza. Io sono stata inserita in quest’ultima settimana, dal 6 al 10 settembre, e il corso che si svolgeva in tale data si sarebbe svolto a Napoli, in collaborazione con la Scuola Superiore Meridionale e con l’Università degli Studi di Napoli Federico II.

Così il 6 settembre, armata di valigia e molte speranze, sono salita a Termini sul treno per Napoli: non sapevo ancora che mi aspettava una settimana piena di emozioni e persone che avrei portato per sempre nel cuore. Ho avuto l’opportunità unica di sbirciare nel mondo dell’università, assistendo a lezioni illuminanti tenute da docenti di prestigiose università italiane su gli argomenti più disparati: ho visto confermate certezze su degli interessi che sapevo di avere, ne ho viste altre crollare poiché temi che pensavo fossero per me in secondo piano mi hanno invece catturato del tutto. Mai avrei pensato che la lezione più interessante sarebbe stata “Controllare la complessità, una sfida aperta: da sciami di droni a popolazioni di cellule”, o che uno sguardo a “Le basi della fisica moderna: meccanica quantistica e relatività” o a “Chimica, tra realtà e simulazioni” potessero coinvolgermi così tanto. Ho visto confermate le mie certezze grazie a lezioni di ambito umanistico che sapevo avrei apprezzato come “Il testo nel tempo e le ragioni della filosofia” o “Filosofia e comprensione”, e sono stata colpita da “La matematica è un’opinione!”. Ho avuto l’opportunità unica di visitare gli Scavi di Pompei con guide brillanti che ci hanno fatto accedere a laboratori e a depositi chiusi di solito al pubblico, e di visitare i laboratori Telethon Institute of Genetics and Medicine TIGEM, un istituto di ricerca impegnato nell’ambito delle malattie genetiche rare con tour e spiegazioni di tecniche e macchinari utilizzati. Ho visto mille porte davanti a me, tutte pronte ad essere aperte, e alcune effettivamente a me spalancatesi. Alloggiando all’Hotel Naples, ho anche avuto modo di conoscere e parlare con alunni della Scuola Superiore Meridionale, di porre loro domande sulla loro esperienza di studio e di vita, tra racconti di esami e di nuove amicizie consolidate.

Ho visto giovani motivati, innamorati di ciò che studiano o vogliono studiare e intenti a rendere proprio quello stesso studio la loro professione, completamente coinvolti e appassionati di ciò che fanno. Questo corso infatti non mi ha donato soltanto lezioni interessanti che hanno stimolato la mia curiosità e interazioni facendomi entrare nel vivo del mondo dell’universita: la vera esperienza unica che ho vissuto è stata quella umana. Sono stata, prima di tutto, partecipe di tutto ciò insieme a persone ancora più speciali delle esperienze che ho vissuto. Ho conosciuto ragazzi brillanti provenienti da tutta Italia, che mi hanno incantato con la loro intelligenza e la loro profondità, con cui ho parlato degli argomenti più vari e che mi hanno dato uno spaccato sul mondo che non avevo fino ad allora immaginato: con le loro parole e i loro sogni in grande mi hanno fatto sognare un futuro brillante per l’Italia, se questa sarà nelle loro mani.

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