di Antonio Montesano
Giovedì 24 febbraio 2022, Ucraina: l’inizio di un nuovo incubo. In questa giornata Vladimir Putin, presidente russo in carica dal 2000, decide di mettere in atto ciò che probabilmente aveva programmato da mesi o forse anni. Durante la notte, nei cieli ucraini si notano i primi aerei da guerra russi e cadono le prime bombe: è iniziata la guerra tra Ucraina e Russia. Sono strazianti i primi racconti arrivati in tutto il mondo: sono racconti di guerra che l’Europa non era abituata a sentire da oramai quasi ottant’anni, ma la storia, purtroppo, anche questa volta sembra ripetersi. Le testimonianze indirette non sono sufficienti per farci comprendere e capire bene tutto ciò che sta accadendo. Credo che dovremmo tutti cercare di metterci il più possibile nei panni del popolo ucraino e soprattutto dovremmo fermarci a riflettere su come sia possibile che tutto progredisca, che tante cose migliorino ma la guerra, la violenza e la brutalità siano sempre uguali da secoli. Proprio per cercare di capire bene ciò che in questo momento sta provando il popolo ucraino e per cercare di comprendere quello che sta accadendo veramente, ho fatto delle domande a Maryna, la moglie di mio cugino. È una giovane donna ucraina che ha studiato a Londra e Roma e vive a Bruxelles. Aspetta un figlio che nascerà a maggio. È una donna forte che si è trovata davanti a questo incubo improvvisamente, ma nonostante tutto cerca di vivere la sua vita nel modo migliore e di continuare la sua gravidanza, per quanto sia possibile adesso, in pace. Inevitabilmente quella notte anche la sua vita è cambiata: Maryna ha tutta la sua famiglia in Ucraina, più precisamente a Dnipro, che si trova nella zona centro-orientale del paese. Ho quindi colto l’occasione per chiedere a lei qualcosa in più riguardo questo conflitto.
Ti aspettavi la grande resistenza e la forza da parte del popolo ucraino sotto l’occupazione russa?
«Sinceramente non me l’aspettavo minimamente. Io credevo che se Putin ci avesse attaccato avrebbe conquistato tutta l’Ucraina, che sarebbe stata russa in un giorno. Tutti pensano che la Russia sia imbattibile, ma poi quando ho visto Kiev resistere è stata una grande sorpresa. Ma anche il nostro governo mi ha sorpreso: otto anni fa tutti i politici sono scappati e hanno lasciato la gente soffrire; oggi invece Zelensky, il nostro presidente, è sempre lì sul campo a combattere e a difendere la nostra terra. È una cosa nuova per la nostra politica».
Per quale motivo, secondo te, Putin ha deciso di invadere l’Ucraina?
«Questo proprio non riesco a capirlo. Per me la Russia è sempre stato un paese molto “razionale”. Per esempio, ciò che era successo in Crimea aveva una spiegazione: Putin sapeva quello che desiderava e lo sapevamo anche noi. La Russia ha preso la Crimea in una giornata. Capisco anche la posizione strategica che ha quella regione in particolare. Noi invece siamo una nazione indipendente ma nella Nato non potremo entrare, perché per farne parte bisogna avere il controllo su tutto il territorio e noi non lo abbiamo già da prima, perché Putin aveva già invaso Donbass e Crimea. Non aveva bisogno di fare una guerra».
Come stanno i tuoi familiari? Riesci a sentirli con continuità?
“Sì, in tutta l’Ucraina internet funziona molto bene, siamo sempre in contatto giorno e notte. I miei genitori sono a Dnipro e per il momento è una delle città più tranquille, perché non rientra tra gli obiettivi strategici dei russi. Nella nostra città siamo russofoni. Quando suonano le sirene i miei genitori si rifugiano in uno scantinato piccolo perché viviamo all’ultimo piano. Quando l’allarme cessa risalgono a casa, ma dormono sempre vestiti perché non si può mai sapere… Per ora nella città della mia famiglia c’è tutto ciò che serve: medicine, cibo e acqua. I miei genitori volevano scappare alla frontiera moldava e venire qui a Bruxelles, ma il giorno in cui tutto è iniziato il governo ha deciso che tutti i maschi rimangano in Ucraina e perciò non è legale uscire dal paese. Quindi, tutta la mia famiglia ha deciso di rimanere a Dnipro».
Secondo te l’Occidente sta già facendo abbastanza o potrebbe far di più per aiutare l’Ucraina?
«Penso che debba far di più, ma capisco che ognuno abbia i suoi interessi politici. Nessuno vuole fare grandi mosse perché un qualsiasi passo falso potrebbe sancire l’inizio della Terza Guerra Mondiale tra Russia ed Europa. Ciò che fa l’Unione Europea è finanziare e dare armi agli ucraini, ma poi sono proprio loro che combattono e rischiano la vita sul campo di battaglia. L’Ucraina ha ricevuto miliardi di euro dall’Europa e dall’America, ma il problema è la mancanza di persone che combattono». Nel bene o nel male sono sempre le persone che mancano. Per combattere… o per fare la pace!