di Maria Stella Domenicucci, III B
Il liceo è un periodo cardine della nostra esistenza. In cinque anni ci avvicina all’arena della vita, al lavoro, alle responsabilità. È in un certo senso la nostra bolla, nella quale ci chiudiamo in attesa di affrontare il futuro, maturando le decisioni che un giorno saremo inevitabilmente tenuti a prendere.
Giulio Micheletta, ex studente del Liceo classico Giulio Cesare, ha concluso il suo percorso scolastico un anno fa e ha intrapreso la facoltà di Scienze Politiche alla Sapienza. È uscito dalla bolla del liceo, interfacciando ora paure, ora incertezze, ed è stato intervistato per condividere la sua esperienza.
Come ti trovi al momento?
“Al momento mi trovo molto bene. Ho concluso il primo semestre e mi sono relazionato con materie che al liceo non avevo mai avuto modo di approfondire, come il diritto e l’economia, che in particolare sto studiando in questi mesi. È stato un bell’impatto. Soprattutto l’approccio al diritto, quindi in generale a tutto ciò che regola la nostra vita civile, sia a livello dei rapporti tra individui, sia a livello dell’organizzazione delle istituzioni politiche, nazionali e internazionali. Tutto ciò ha un forte radicamento con la nostra cultura passata e specialmente con quello che si studia al liceo classico. Sicuramente, in materie come queste, l’aver studiato con rigore metodologico le discipline classiche, l’avere una certa forma mentis, è molto utile”.
Tornando indietro, sceglieresti ancora il classico?
“Assolutamente sì. Anche perché, e me ne sono reso conto scegliendo l’università, con il tempo il tuo campo di studi si restringe molto. Se al liceo il tuo studio spazia dalla letteratura greca alla matematica e alle scienze, in terzo liceo devi necessariamente fare una scelta. Aver fatto un liceo che dà molta importanza anche alle materie letterarie e all’approfondimento di temi e problemi è fondamentale per avere una cultura che possa davvero dirsi a trecentosessanta gradi. Anche perché, necessariamente, con la scelta dell’università, il campo si va a restringere. Con lo studio sempre più specializzato dell’università si rischia di perdere il contatto con tutte il resto che muove e dà vita al nostro mondo. La preparazione classica mi stimola sempre a non perdere questo contatto e a cercare di coltivare anche quelle materie che, a seconda delle scelte, all’università non possono essere approfondite”.
E il Giulio Cesare ti ha lasciato qualcosa in questi anni?
“Penso che chiunque abbia frequentato il Giulio e chiunque vada via dal Giulio lasci lì un pezzo di cuore, per così dire. Sicuramente sono anni importanti per la vita di ciascuno, anni di crescita, di cambiamenti. E quindi sì, sicuramente sì. Sono entrato quasi bambino, dopo le medie, e ne sono uscito adulto. Il Giulio ha accompagnato questo percorso di crescita per cinque anni, che sono tantissimi nella vita di un adolescente. In particolare poi, il Giulio Cesare ha questa capacità di far innamorare e di farsi poi ricordare con molta nostalgia”.
Perché hai scelto proprio Scienze Politiche?
“Io da sempre ho avuto questa inclinazione, questo interesse particolare per l’attualità. In realtà non si tratta solo di attualità. Alla fine la storia è stata a suo tempo attualità e l’attualità sarà un domani storia. L’attualità è un riflesso della storia, degli uomini e della loro ideologia. Sicuramente, per approfondire questo ambito, lo studio di scienze politiche è il migliore. Riesci in qualche modo ad analizzare quello che è il percorso storico e di cambiamento dell’essere umano, sia dal punto di vista del modo di pensare, sia dal punto di vista del diritto, che è fondamentale, dell’economia, della società. Quindi sotto questo punto di vista è molto completa come facoltà. Come ti dicevo, l’attualità è lo specchio del passato, e non si può leggere l’attualità se non lo si conosce. Non si può leggere l’attualità se non si comprendono tutti gli elementi che la compongono, e questi hanno precedenti millenari. Sin da quando l’uomo è nato c’è stata la necessità di evitare l’utilizzo della violenza, di esercitare il diritto, di regolare gli scambi commerciali, e tutti questi elementi compongono il processo, specialmente politico, del modo in cui le relazioni umane hanno raggiunto questa forma. Ecco, penso di aver scelto scienze politiche perché sento il desiderio di orientarmi davvero nel periodo storico che stiamo vivendo, tenendo conto di tutto ciò che contribuisce alla sua evoluzione”.
Hai fatto riferimento all’attualità, ma anche alla storia e all’ideologia. Pensi che i tuoi studi ti offrano strumenti per interpretare la drammatica congiuntura storica che stiamo vivendo?
Credo di sì. Il percorso che ho intrapreso penso abbia esattamente questo come obiettivo. Le materie che studiamo approfondiscono tutto ciò di cui l’uomo si serve per plasmare la storia, o, forse, per evitare di essere plasmato da essa. Ciò che sta accadendo affonda le sue radici nella storia d’Europa, e penso che solo la conoscenza di essa possa aiutarci ad interpretare questo momento storico. La lettura di fenomeni così tragici e complessi deve tenere conto di tutto ciò che compone la realtà sociale, mossa dall’economia, dall’ideologia e dalla cultura, basi delle decisioni politiche, delle relazioni internazionali. Penso che scienze politiche dia una lettura ampia e approfondita di tutto ciò e aiuti a comprendere e interpretare ogni periodo storico”.
Se dovessi dare un consiglio a un liceale classicista che si trova al Giulio Cesare e sta ancora attraversando questi anni, che consiglio daresti, sia dal punto di vista scolastico che sociale?
“Fermo restando che abbiamo vissuto un periodo particolare, e sotto ogni punto di vista negativo per noi ragazzi, credo sia proprio questo il momento per godersi questi anni. Ma goderseli nel senso di impegnarsi nello studio, senza tralasciare tutto il resto. Lo studio è importantissimo, ma non è tutto. La scuola è relazione, è amicizia, è vivere semplicemente il Giulio Cesare. Lo studio è senza dubbio fondamentale, ma è altrettanto importante approcciarcisi nel giusto modo, senza tralasciare mai ciò che può rendere la nostra vita unica”.