di Alberto Liverani, III F
L’ex-alunna che intervistiamo questo mese è Alice Sanapo. Nata nel 1999, è stata alunna del Giulio
Cesare dall’a.s 2013/2014 all’a.s. 2017/2018. Al momento frequenta il quarto anno della facoltà di Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.
Quale facoltà hai scelto all’università e perché?
Mentre frequentavo l’ultimo anno di liceo non avevo ancora le idee chiare, pertanto ho scelto giurisprudenza perché la ritenevo una facoltà che mi potesse aprire più porte possibili. Inoltre in casa mia si è sempre respirata l’aria di giurisprudenza e quindi mi è venuto spontaneo, anche se nessuno mi ha mai forzato, indirizzarmi verso questo ambito.
Credi che il Giulio Cesare ti abbia preparato funzionalmente per giurisprudenza?
Assolutamente sì. Mi ha preparato per qualsiasi cosa avrei scelto perché mi ha fornito delle basi solide e complete, sia per quanto riguarda le discipline, sia per il metodo di studio, sia per il modo di affrontare qualsiasi carriera che mi si prospetti.
Come ti trovi ora a giurisprudenza?
Mi trovo bene. È una facoltà molto tosta che richiede tanto impegno, forse più del previsto, ma essendo abituata a studiare da sempre non ho problemi.
Che cosa ti piace dell’università e che cosa non ti piace?
Non ci ho mai pensato! Da una parte non mi piace il fatto che non ci sia più un rapporto con la classe, né con altri compagni, né con i professori; dall’altra però questo diventa un punto di forza: sei un numero che procede per la sua strada con i suoi tempi e con i suoi ritmi. Non ci sono rivalità, né qualcuno a cui sentirti paragonato, né qualcuno che si aspetti qualcosa da te perché il professore ha moltissimi studenti.
Che cosa ti manca del liceo e che cosa no?
Mi manca avere una routine. All’università, infatti, si rischia di perdersi. Tuttavia non mi manca quel sentimento di ansia perenne di essere interrogata in tutto. È vero, all’università si respira molta ansia, però è concentrata nel periodo immediatamente precedente all’esame.
Dovessi tornare indietro, sceglieresti ancora il liceo classico?
[Abbondano frasi e cenni di assenso] Mi è piaciuto moltissimo tutto: latino, greco e in particolare le materie d’indirizzo. Rifarei il classico perché dà quella marcia in più che gli altri indirizzi non danno. Il classico ti tempra e ti forma per affrontare qualsiasi cosa dopo.
Cosa ti senti di dire ai ragazzi di quarto ginnasio e a quelli di terzo liceo?
Ai ragazzi di quarto ginnasio sento di consigliare di studiare da subito e volta per volta soprattutto le materie d’indirizzo, per mettere le basi per tutti e cinque gli anni. Se riescono a fare un buon lavoro già dal primo anno, non dico che il resto del percorso sarà in discesa, ma sicuramente tutto sarà più automatico. Ai ragazzi di terzo liceo consiglio di non spaventarsi riguardo a quello che li aspetta. Sono sicura che c’è la paura di non essere protetti dal liceo come ce l’avevo io. Come ho già detto, all’università non c’è una routine definita, bisogna gestirsi da soli. Devono lasciare da parte queste paure, devono affrontare tutto quello che viene così come arriva soprattutto dal punto di vista della scelta futura. Non si devono preoccupare, perché qualsiasi cosa decideranno, pur se dovesse trattarsi di un ripiego, riusciranno ad affrontarlo grazie al liceo classico.
Una curiosità, leggevi il Giornalino all’epoca?
Sì. Ricordo che non era on-line, era soltanto cartaceo. Il 15 di ogni mese veniva un membro del Giornalino, lo distribuiva in ogni classe lasciandolo sulla cattedra e chi voleva poteva consultarlo liberamente. Ero ben contenta di leggerlo.
Vuoi aggiungere qualcos’altro?
Saluto la professoressa Vennarucci!
Che studentessa modella/o!🤩