di Irene Chiummiento e Chiara Virgili

La Disney si schiera contro il body shaming. Lo fa con un corto di sei minuti, Reflect, la cui eroina, Bianca, è un’aspirante ballerina in conflitto con il suo corpo, che riesce a superare i suoi sentimenti negativi e a ballare in libertà. L’opera, diretta da Hillary Bradfield, promuove l’accettazione della propria immagine, quale che sia la taglia.

Il suo diventa così un messaggio body positive di accettazione, a cui arriva certamente dopo un grande lavoro su sé stessa. Perché Bianca soffre di dismorfia corporea, disturbo che amplifica la visione dei propri presunti difetti tanto da farli diventare un’ossessione.

Bellissimo è anche il titolo, che gioca fra due significati: sul riflettere e sul riflesso dello specchio, grande protagonista di questo corto.

Il corto inizia con la protagonista intenta a ballare sulle punte, un po’ incerta e a disagio.

La paura di non essere abbastanza aumenta quando è costretta a seguire i suoi compagni alla sbarra e quando è l’unica a essere ripresa dall’insegnante di danza: «Pancia in dentro e collo lungo»

Imbarazzata, non riesce neanche a guardarsi allo specchio.

I primi minuti del corto spezzano il cuore, soprattutto per chi in passato ha dovuto combattere uno stigma sociale. La colonna sonora, quasi interamente suonata al pianoforte, rende ogni secondo più coinvolgente, fino alla rivincita della protagonista.

Si empatizza moltissimo con Bianca e con le sue paure. Timori che per mezzo minuto prendono vita e che la trascinano in una stanza buia, dove ci sono solo lei e specchi pronti a creparsi.

Bianca è costretta a guardarsi e capisce che c’è solo una cosa da fare: sconfiggere la paura e dimostrare in primis a sé stessa di essere una brava ballerina. 

Solo ballando, solo perseguendo la propria passione e dando sfoggio della propria bravura Bianca riesce a liberarsi, rompendo quello specchio di paure con la punta delle due scarpette. E finalmente riesce a vedersi allo specchio, felice. Perché non conta quello che pensano o potrebbero pensare gli altri. A contare sei solo tu e il tuo talento.

Il corto è stato accolto con grande entusiasmo tra il pubblico. Crescendo, in molti hanno interiorizzato percezioni tossiche del proprio corpo, quindi è davvero positivo che si mettano metta in luce storie di questo tipo e in questo modo. 

La Disney sta facendo numerosi sforzi per migliorare la propria offerta, sfornando nuovi progetti che cercano di abbattere gli stereotipi dannosi a cui il pubblico (sia di Disney sia di qualsiasi altro prodotto culturale e commerciale) è stato sottoposto per decenni. In questo caso si tratta di abbattere le limitazioni e gli stereotipi che ci sono stati imposti dalle passerelle e dalle cover dei magazine di moda.

Un pensiero su “Reflect, il primo corto Disney che parla di dismorfia corporea”

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