Luca Gentilucci, ID
Come affermato dallo storico Marc Bloch in una celebre lettera a Lucien Febvre, a proposito della marmellata, l’alimentazione è da considerare un tema storico e nello stesso tempo una fonte. Se selezioniamo, ad esempio, una delle ricette riportate nel De agri cultura di Catone, possiamo ricavare diversi tipi di informazioni sull’età repubblicana: mediche, economiche, sociali, ecc. Sicuramente la dieta degli antichi romani risulta particolare ai nostri occhi, poiché mancante di certi elementi che nelle comuni diete odierne sono fondamentali. Tuttavia per la vita dell’epoca, a quanto pare, era adatta.
In generale, un improvviso aumento nel numero delle morti di una determinata popolazione non è così assurdo ricondurlo ad una causa alimentare. L’igiene decisamente più scarsa, l’eccesso di una certa tipologia di alimenti ed anche una predisposizione di qualche individuo potevano risultare fatali: certamente una persona intollerante o allergica al lattosio nell’antica Roma non poteva mangiare il savillum. Tramite gli ingredienti di una certa ricetta si può comprendere da cosa fossero effettivamente composti i campi ed i recinti dell’epoca; informazioni tanto più interessanti, perché nelle società antiche, quella romana compresa, l’agricoltura e l’allevamento costituivano una fetta dell’economia ben più ampia rispetto ad oggi.
Considerando la ricetta del savillum possiamo desumere che a Roma venivano allevate pecore e galline, dalla presenza del formaggio e delle uova; c’erano campi di papavero, testimoniati dai semi usati per questo dessert; veniva inoltre praticata anche l’apicoltura, da cui veniva ricavato l’essenziale e dolce miele.
Riportiamo la ricetta del savillum( Catone, De Agri Cultura , LXXXXIV), dopo averla realizzata e assaggiata.
Savillum hoc modo facito: farinae selibram, casei p II s una commisceto quasi libum, mellis P.quadrantem et ovum unum. Catinum fictile oleo unguito. Ubi omnia bene commiscueris, in catinum indito, catinum testo operito. Videto ut bene percoquas medium, ubi altissimum erit. Ubi coctum erit, catinum eximito, melle unguito, papaver infriato, sub testum subde paulisper, postea eximito. Ita pone cum catillo et lingula.
Traduzione:
Fare il savillum in questo modo: mescolare mezza libbra di farina e due libbre e mezzo di ricotta, come si fa per il libum, poi un quarto di libbra di miele e un uovo. Ungere una teglia di terracotta con l’olio. Dopo aver mescolato bene gli ingredienti, versarli nella teglia e infornare. Fare attenzione che cuocia nel mezzo, dove è più alto. Una volta pronto, togliere dal forno, cospargere di miele e spolverizzare con semi di papavero. Rimettere per poco sotto il forno e poi estrarlo. Servire con piatto e cucchiaio.