di Emma Poccia, V F
Olivia Hussey e Leonard Whiting, protagonisti del film “Romeo e Giulietta “ del 1968 di Franco Zeffirelli, hanno fatto causa alla casa di produzione Paramount Pictures, chiedendo un risarcimento di oltre 500 milioni di dollari, per una scena di nudo “non autorizzata“ comparsa nella pellicola uscita cinquantaquattro anni fa. I due attori, che per la loro stupenda interpretazione dei due innamorati hanno vinto numerosi premi prestigiosi, durante le riprese avevano rispettivamente 15 (Hussey) e 16 (Whiting) anni ed erano dunque minorenni. Oggi che hanno 71 e 72 anni hanno denunciato la Paramount, che ha prodotto la pellicola, per sfruttamento sessuale di minore, ovvero per aver mostrato in una scena del film, glutei e seno.
Nella denuncia per abusi e molestie sessuali e anche frode presentata due settimane fa alla Corte Superiore di Los Angeles da Hussey e Whiting, si asserisce che il regista Franco Zeffirelli, morto nel 2019, inizialmente aveva detto loro che avrebbero indossato indumenti intimi color carne, come di solito si fa ad Hollywood; ma la mattina del giorno seguente il regista avrebbe detto ai due attori che avrebbero indossato solo del trucco sul corpo, assicurando ai due che la cinepresa sarebbe stata posizionata in modo tale da non mostrare nudità.
Zeffirelli era riuscito a convincere Hussey e Whiting raccontando loro che se non avessero fatto come diceva lui, il film sarebbe stato un “flop” e le carriere di Hussey e Whiting sarebbero state rovinate, esercitando dunque una sorta di manipolazione psicologica su entrambi. Dopo cinquantaquattro anni, i due attori ammettono di non aver mai smesso di soffrire di ansia e disagio emotivo dopo quella scena e accusano la Paramount “di aver girato scene di minorenni nudi o seminudi senza il loro consenso, in violazione delle leggi”.
Fino ad adesso la casa di produzione americana non ha commentato il fatto. Tony Marinozzi, un manager aziendale dei due attori, ha detto alla BBC News che entrambi si erano sentiti “traditi” dal regista e dallo studio. La coppia non è stata in grado di agire prima perché, come dice, temeva che ci sarebbero state ripercussioni gravi sulle loro carriere e che non sarebbero stati creduti. Non c’era modo per loro di raccontare quella storia in quel momento, per convincere la gente ad ascoltare. Negli ultimi anni è emerso un movimento come #MeToo e altri su temi affini, ma a quel tempo non c’era un modo per raccontare quella storia, ed è “qualcosa con cui hanno dovuto vivere e probabilmente lottare per tutta la vita”, ha detto Solomon Gresen, un avvocato della coppia, il quale ha aggiunto in una dichiarazione: “le immagini di minori sono illegali e non dovrebbero essere esposte. I due attori erano bambini molto giovani e ingenui degli anni ’60, che non capivano cosa stesse per colpirli. All’improvviso sono diventati famosi a un livello che non si sarebbero mai aspettati e inoltre sono stati violati in un modo che non sapevano come affrontare”.
Dopo pochi giorni dallo scoppio della polemica a intervenire sulla questione è il figlio adottivo di Zeffirelli, Pippo. In una intervista al “The Guardian” Pippo Zeffirelli si scaglia contro Olivia Hussey e Leonard Whiting, dichiarando: “Zeffirelli stesso era accusato di essere un reazionario precisamente perché, più di una volta, si era espresso contro la pornografia. Le immagini di nudità nel film esprimono la bellezza, il transfer, direi persino il candore del darsi reciprocamente, e non contengono morbosità. È imbarazzante ascoltare che oggi, 55 anni dopo le riprese, due anziani attori che devono la loro notorietà essenzialmente a questo film si sveglino per dichiarare che hanno subito un abuso che ha causato loro anni di ansietà e sconforto emotivo. Mi sembra che in tutti questi anni abbiano sempre mantenuto un rapporto di profonda gratitudine e amicizia verso Zeffirelli, rilasciando centinaia di interviste sul ricordo felice della loro esperienza molto fortunata, incoronata da un successo internazionale”. Infatti la rivista Variety ha sottolineato che Olivia Hussey, nel 2018, aveva difeso la scena incriminata durante un’intervista: «Era necessaria per il film», aveva spiegato.
La pellicola di Zeffirelli, tratta dall’opera di William Shakespeare, fu un successo mondiale (quasi 40 milioni di dollari d’incasso solo negli Stati Uniti) ma già all’uscita suscitò molte polemiche per via della scena di nudo tra i due protagonisti minorenni. Negli Stati Uniti il film ottenne il rating A, per adulti, e alla stessa protagonista ne fu proibita la visione a causa della scena da lei interpretata. Un paradosso che Olivia commentò così: «Come è possibile che non posso guardare qualcosa che vedo nello specchio ogni giorno?». All’epoca il film, uscito nell’anno della ribellione giovanile, venne considerato rivoluzionario e adorato dai “figli dei fiori“. Ora, con la diffusione del #MeToo, gli attori hanno acquisito maggiore consapevolezza e hanno reso esplicita la necessità di porre dei limiti al potere e al volere del regista o di coloro che producono lavori cinematografici in cui è previsto l’utilizzo del corpo.