di Antonio Montesano e Melissa Pascoletti, II E

L’inchiesta è condotta con il fine di capire quanti studenti copiano, le cause per cui lo fanno e cosa provano dopo averlo fatto. Sono state poste alcune domande a maschi e femmine di età diverse, per avere una visione completa di questo fenomeno.

Tutti i ragazzi intervistati frequentano il Liceo classico “Giulio Cesare” di Roma.

Un’inchiesta condotta da Tuttoscuola.com sostiene che nei licei classici copiano solo I’11.1% degli studenti: vediamo dunque se il Giulio Cesare di Roma è in linea con questa percentuale.

La prima domanda che abbiamo posto»

Dalle risposte fornite dagli studenti, il Liceo “Giulio Cesare” non si uniforma al tasso medio di copiatura dell’11.1% dei licei classici. Sono infatti la maggior parte i ragazzi che rispondono in maniera affermativa alla domanda. «Si, è capitato», confessano S.E., L.T., A.D., F.V., e altri ancora.«Solo una volta», dice R.C.. «Solo alle medie» S.F.. «Non è una pratica che uso ma è capitato», B.T.

Di numero nettamente inferiore sono gli studenti che ci danno una risposta negativa alla domanda: «No, può sembrare strano ma non ho mai copiato», G.B., L.S. e M.D.

Analizzando le risposte, la percentuale degli studenti che copia è leggermente superiore a quella che ha fornito Tuttoscuola.com: coloro che sono avvezzi a tale pratica e la mettono in atto frequentemente durante le verifiche sono il 30%. Il 57% tende ad astenersi dalla copiatura, mentre il 13% ricorre ad essa sporadicamente.

Successivamente abbiamo domandato agli studenti del Liceo “Giulio Cesare”: «Quali sono le ragioni che spingono te e i tuoi compagni a copiare?».

Le motivazioni che ci forniscono sono tra le più disparate: mancanza di tempo, paura dell’insufficienza o del debito, poca sicurezza in se stessi, obiettivi di voti elevati e difficili da raggiungere, disinteresse in una materia, un carico eccessivamente pesante da sostenere… Abbiamo selezionato parti delle risposte degli studenti che vanno a toccare le diverse motivazioni, in modo da riportare, qui di seguito, una visione il più completa possibile sul fenomeno da noi analizzato. Cosa si cela dietro alla pratica che mettono in atto il 30% degli studenti del liceo migliore di Roma?

L.Z. si mette nei panni del docente: «La risposta che verrebbe naturale fornire è ciò che legittimamente pensano i professori ogni volta che scoprono qualcuno a copiare: il ragazzo non ha studiato e sta cercando informazioni altrove».

Ma è davvero questa la causa principale? A.S. ci spiega: «Ci sono studenti che nonostante la buona volontà e le ripetizioni non sono portati in una materia e si affidano a metodi di copiatura per raggiungere la sufficienza. È senza dubbio una scorciatoia e può essere irrispettoso verso chi, essendo onesto, si porta a casa un brutto voto. Ciò non implica necessariamente, da parte di chi copia, mancanza di impegno verso lo studio». L. Z. aggiunge: «Spesso si tratta di scarsa fiducia in se stessi: può sembrare strano ma è molto frequente che gli studenti copino proprio nelle occasioni in cui avevano studiato di più. Quando un ragazzo tiene ad un compito e studia molto, capita che non abbia fiducia nella sua memoria, solitamente a causa dell’ansia, e teme di aver vanificato i suoi sforzi. I mezzi per copiare diventano un supporto, un “piano B” in caso di dimenticanze». L’interesse ad andare bene ad un compito porta dunque i ragazzi a non confidare nelle proprie capacità. S.G. ci risponde: «Nella mia classe si copia molto a causa degli eccessivi argomenti da studiare, e soprattutto perché vengono chieste cose molto specifiche. Nonostante ci siano persone dalla memoria ben allenata, non sostengono il carico nemmeno loro».

Dal punto di vista di chi sceglie di non copiare parla C.R., descrivendoci la visione che molti studenti condividono riguardo la scuola: «Non mi trovo mai a copiare durante i compiti, semplicemente perché non sono capace a farlo. Se fossi in grado probabilmente lo farei. In momenti di difficoltà penso a quanto sarebbe semplice infilare la mano nello zaino per un piccolo suggerimento. Penso che il copiare, ma anche il solo desiderio di farlo, siano dovuti ad una visione sbagliata della scuola: tutto è finalizzato al voto, il successo degli studenti non è crescere e imparare, anche a fallire, ma “guadagnarsi” un punteggio più alto possibile».

Dello stesso parere è G.R.:«L’unica cosa che conta è il voto e non la persona che sei. Il nostro sistema scolastico non valorizza quanto effettivamente uno studente si impegna. Un ragazzo può studiare fino a stare male e magari gli viene chiesta l’unica cosa che ha saltato rendendo la sua valutazione negativa. Bisognerebbe studiare per un proprio interesse, ma in un contesto scolastico che riesce a svalutare la tua persona, e dove si aspira solo ad un voto alto, copiare è il modo più semplice per non affrontare la propria paura di non farcela».

Sono numerosi i ragazzi che ritengono che la necessità di copiare derivi da una mancata sicurezza in se stessi, spesso causata proprio dallo stesso sistema scolastico, come sottolinea G. F.: «Per me quando uno copia lo fa per paura di fallire, ma ancor di più perché in fin dei conti un buon voto preso copiando vale più di un brutto voto preso facendo da sé».

Come ultimo intervistato S.V. pone alla base dei diversi fattori che portano alla copiatura il profondo stress, che condivide con i suoi compagni, causato da un carico di studio troppo pesante da sostenere e per cui non è possibile prepararsi in modo soddisfacente. Ciò porta gli studenti a selezionare le materie che richiedono più studio e quelle in cui è necessario l’ausilio della copiatura: «Ultimamente quasi l’intera classe copia ad ogni compito, penso che ciò sia causato da un periodo di elevato stress scolastico e troppe verifiche attaccate tra loro. Molti, me compreso, sono stati influenzati vedendo il resto della classe copiare e ottenere ottimi voti senza fatica. Tutto ciò è diventato un po’ ridicolo: molti professori fanno finta di nulla e questo mi fa venire dubbi sullo scopo dei compiti in classe. Penso che copiare renda futile la scuola, dunque tendo a evitarlo, se non quando strettamente necessario al fine della promozione o del mio benessere fisico-mentale».

Facendo un bilancio delle risposte, il 26% degli studenti concorda nel ritenere che la necessità di copiare sia scaturita da una scarsa stima delle proprie capacità, non vedendole riconosciute da parte della scuola, dunque il loro impegno sembra vanificato. Il 2% tende a copiare per poco interesse, il 4% per timore di un voto negativo, della bocciatura, del debito, a cui si sommano le delusioni personali e il giudizio familiare. Il 19% cerca nella copiatura un salvagente nel mare delle troppe verifiche, dunque ricorre a tale pratica per il poco tempo che è riuscito a dedicare ad ogni materia. Il 21% segue la stessa scia a causa dell’elevato stress, pressione e angoscia che incute il sistema scolastico. Il 28% copia per la, ormai diffusa, visione sbagliata della scuola, che a causa del proprio sistema è focalizzata esclusivamente sul voto e non sul valore del singolo studente.

I diversi fattori che hanno riportato i ragazzi si intrecciano tra loro, dunque l’uno non esclude l’altro. Non è possibile definire una scansione netta fra le diverse motivazioni che portano alla copiatura, tra loro possono esserci dei legami di causa-effetto che, come ultimo tassello, suscitano nello studente la necessità di copiare.

La domanda posta in seguito agli studenti del Liceo classico “Giulio Cesare” è stata:«È lecito ogni tanto avere un aiuto per un compito o è sempre scorretto?»

Ci risponde L.Z.: «Quando si parla di copiatura, il limite tra lecito e illecito è molto labile. Certo, chiedere un suggerimento di poche parole a un compagno per integrare ciò che si sta scrivendo e riempire una momentanea dimenticanza non è nulla di grave. Il discorso riguarda maggiormente i mezzi esterni che si utilizzano, digitali o cartacei». G.L. ha un’idea simile ma crede che anche nel copiare ci sia qualcosa di positivo: «Capisco che dal punto di vista dei professori ci sia bisogno di creare un clima di “integrità accademica. Eppure non è sempre vero che chi copia non impari. Per copiare c’è bisogno di furbizia, ingegno e anche un pizzico di sangue freddo. Nel caso dei bigliettini è addirittura necessario impegnarsi nel prepararli accuratamente selezionando le informazioni più importanti. Imparare a scrivere, a leggere in maniera critica e a rispondere con precisione a delle domande, anche servendosi di qualche sussidio per la memoria, è più importante che memorizzare passivamente nozioni che in poco tempo saranno rimosse. Non bisogna dire che non vada punito un ragazzo che copia, né che un professore non se ne dovrebbe curare, ma se il discorso esula dal dato regolamentare e si sposta su un’analisi etica, non credo che copiare sia così grave. È capitato a tutti almeno una volta di farlo, c’è chi è più fortunato (o abile) e chi meno».

Un altro aspetto importante per uno studente è sicuramente quello emotivo, che varia a seconda del proprio carattere e del proprio modo di fare. Davanti a un compito si può provare paura, ansia e preoccupazione oppure si può essere sereni e concentrati; molte volte questo influisce sulla decisione di copiare o meno. Abbiamo chiesto ad alcuni alunni dl liceo se dopo aver copiato si sentissero in colpa o fossero fieri di ciò che hanno fatto, anche se eticamente scorretto:«Ogni volta dopo aver copiato mi sentivo in colpa, non solo per il gesto sbagliato e scorretto nei confronti, in primo luogo, del professore e anche dei compagni, ma soprattutto perché notavo che quei buoni voti ottenuti copiando non erano frutto del mio impegno, e del tempo dedicato a studiare. Mi dispiaceva anche non provare più interesse per lo studio di alcune materie, che in questo modo, avevo completamente accantonato e che invece approfondendo mi arricchivano personalmente e scolasticamente.» (S.F.)

«Quando mi è arrivato il risultato ed era molto buono, non ero contenta perché non era merito mio»( F.T.). Da queste due risposte si evince chiaramente una sorta di pentimento per le proprie azioni immorali, ma soprattutto perché quel voto, a cui tutti danno tanta importanza, non erano derivati dal loro lavoro e dal loro impegno. Non tutti la pensano allo stesso modo, alcuni studenti ci hanno anche riferito questo: «Dipende dal tipo di compito a cui copio, se so di essere in grado di farlo da sola ma copio lo stesso mi sento molto in colpa, se invece so che non sarei mai riuscita a farlo sono fiera di me» (E.D.). «Provavo molta ansia ma allo stesso tempo la ritenevo l’unica possibilità per evitare un voto gravemente insufficiente»(R.C.). Altri ragazzi, invece, sono certi che copiare talvolta sia l’unica soluzione per evitare un brutto voto e perciò tale metodo si trasforma in qualche modo in una “via di fuga”. Troppo spesso accade questo: gli studenti si sentono con l’acqua alla gola e vedono nel copiare l’unica soluzione.

Analizzando queste ultime risposte scopriamo che circa il 58% degli studenti si è sentito in colpa dopo aver copiato ad un compito, il 55% di questi per la paura di deludere il professore, il 25% per il timore di essere scoperti e il restante 20% per altre motivazioni. Il 42% degli studenti a cui abbiamo posto la domanda ha dichiarato di non sentirsi in colpa, tra questi, l’88% afferma di non sentirsi in colpa perché non ritiene abbastanza importanti le materie in cui copia.

Questa è stata l’indagine condotta presso il liceo classico “Giulio Cesare” di Roma sul motivo per il quale gli studenti continuano a copiare durante le verifiche e su cosa passa nelle loro menti.

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