Ritratto di Sigismondo.

di Stefano Subioli, II G, Lavinia Andreozzi e Maria Ortolani, II D

Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale, celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata per commemorare le vittime dell’Olocausto ed è indicata come data ufficiale agli Stati membri dell’ONU, in seguito alla risoluzione 60/7 del 1º novembre 2005. Si è stabilito di celebrare il Giorno della Memoria ogni 27 gennaio perché in quel giorno del 1945 le truppe dell’Armata Rossa, impegnate nella offensiva Vistola-Oder in direzione della Germania, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.

Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche della 60ª Armata del “1º Fronte ucraino” arrivarono per prime presso la città polacca di Auschwitz, scoprendo il vicino campo di concentramento e liberandone i sopravvissuti. L’apertura dei suoi cancelli mostrò al mondo intero non solo molti testimoni della tragedia, ma anche strumenti di tortura e annientamento utilizzati in quel lager nazista.

Ad Auschwitz, circa dieci giorni prima, i nazisti si ritirarono portando con loro, in una marcia della morte, molti dei prigionieri, gran parte dei quali morirono durante la marcia stessa.

Nel nostro liceo due fratelli, Enrico e Luciana Finzi, alunni di religione ebraica, vennero deportati nel 1943 ad Auschwitz, dove morirono, come si ricorda nella targa del cortile del liceo affissa nel 2012.

Tuttavia, non erano gli unici: un gruppo di studenti sotto la supervisione della professoressa Laura Correale ha scoperto un terzo alunno anch’esso espulso nel 1938 in seguito all’applicazione delle leggi raziali, deportato e deceduto nel campo di sterminio. Il suo nome era Sigismondo Loevinson.

La mattina del 27 gennaio, Giorno della Memoria, si è tenuta nell’aula magna del liceo Giulio Cesare una conferenza al riguardo, con il fine di rendere omaggio alla memoria di un terzo alunno ritrovato che tragicamente morì nell’Olocausto ad Auschwitz: Sigismondo Loevinson.

Durante la conferenza la presenza della relatrice Renata Bogliaccino ci è stata indubbiamente preziosa, avendo ella riportato alla luce le riforme antisemite dovute alle leggi “fascistissime”, condividendo con noi alcune cifre da capogiro: nell’anno 1938 furono espulsi dalle scuole circa 6.000 studenti di religione ebraica insieme a 96 docenti universitari, 133 assistenti universitari, 279 docenti di scuola media, e 100 insegnanti di scuola elementare.

La relatrice ha reso noto il grande consenso sociale che il fascismo guadagnava, sottolineando l’esempio della docente di scienze ebrea Maria Piazza, la quale prima di venir dimessa dichiarò di essere una fervente sostenitrice del fascismo. Il padre stesso dell’alunno “ritrovato” reputò il fascismo come un’ideologia simile a quella del Risorgimento, motivo per cui egli la riteneva una istituzione da rispettare.

L’altra relatrice, Renata Dainotto, ha invece approfondito maggiormente la situazione della famiglia Loevinson e della mancata occasione dell’ex studente di ottenere il visto da parte della zia per fuggire in America. Grazie alle nuove ricerche della professoressa Correale e dei suoi studenti sappiamo che Sigismondo, nato a Berlino e trasferitosi in Italia nel 1889 grazie alla passione del padre per la cultura italiana e alla possibilità di integrazione sul piano religioso, dopo un un periodo a Bologna si trasferì a Roma frequentando le classi IV e V ginnasio (sezione “E”) presso il nostro istituto; ancora non si sa se durante gli anni successivi abbia proseguito gli studi con la promulgazione delle leggi razziali. Tragicamente egli fu uno dei 1024 ebrei che vennero rastrellati durante uno dei giorni più tragici della Roma novecentesca: il 16 ottobre del 1943. Dopo aver trascorso una notte al collegio militare, venne caricato su un treno alla stazione Tiburtina diretto verso Auschwitz, da dove non fece mai ritorno.

Per approfondire meglio la sua triste storia, la mostra del museo scolastico è un’ottima opportunità: in essa sono esposti, oltre alle pagelle degli altri alunni ebrei cacciati ed emigrati in paesi come gli Stati Uniti, il Brasile e il Messico; anche il verbale del consiglio dei professori dove si giunse perfino alla decisione di eliminare i libri scolastici redatti da autori ebrei. Si raccomanda quindi di rendere sempre memoria a questo evento, affinché un orrore del genere possa non ricapitare mai più.

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