A cura degli studenti del PCTO Bibliopoint: Luigi Pazienza, Raffaella Rosa, Carlotta
Runci

Sfortunatamente sono pochi i nomi che passano alla storia e molte persone,
nonostante si distinguano per le proprie azioni, finiscono per essere quasi
dimenticate: molto simile è il caso di Emilia Luti, una donna che negli anni Quaranta
dell’Ottocento contribuì alla revisione dell’ultima edizione de “I promessi sposi” al
fianco di Alessandro Manzoni e che è la protagonista del romanzo “La correttrice” di
Emanuela Fontana.
La scrittrice, insegnante e giornalista, ha presenziato all’incontro che si è tenuto l’8
aprile nel nostro liceo, nella biblioteca “Beatrice Costanzo”: un’esperienza molto
formativa in cui c’è stata una viva interazione tra la scrittrice e gli studenti.
La correttrice, che può essere considerato un romanzo storico, è stato realizzato
partendo dalla testimonianza di alcune lettere e biglietti giunti fino a noi, scambiati
dalla Luti e Manzoni. Tali documenti hanno fornito vari spunti di riflessione
all’autrice sul rapporto reale di rispetto e collaborazione tra il celebre autore de I
promessi sposi e la protagonista, un tema arricchito poi dalla fantasia della Fontana
con tutti gli elementi tipici del genere del romanzo.
Come è nata l’idea de La correttrice? L’autrice scopre Emilia in un manuale
universitario e subito vi coglie una storia: la vicenda di Manzoni che, non contento
pienamante dell’edizione del 1827 e del suo successo, cerca di trovare una lingua
unitaria prima che l’Italia unita lo fosse per davvero.
Altre domande sono state poste nel pomeriggio in biblioteca all’attenzione di
Manuela Fontana: una è stata se nel personaggio di Emilia si potesse ravvisare un
elemento autobiografico. L’autrice ha risposto che forse inconsciamente ha messo

parte di sé nella protagonista, pur avendo cercato sempre di non esprimere giudizi e
di non far prevalere l’interpretazione; c’è stata infatti la necessità di dare un’anima al
personaggio di Emilia, sul quale si avevano meno informazioni. In questo modo
l’autrice ha fatto un suo ingresso nel personaggio stesso della “correttrice”.
Dal romanzo emerge la questione se un libro possa migliorare il mondo, come quesito
che viene rivolto a Manzoni da Emilia, la quale rimarca che il romanzo non è una
“cosa”, e riproposto poi alla scrittrice. Quest’ultima ritiene che se si scrive un
romanzo onesto, esso può in qualche modo migliorare il mondo, come anche I
promessi sposi ha fatto; in generale l’arte migliora il mondo, trasformando il dolore in
creatività, mentre l’artista è chiamato a realizzare un’opera che ci si augura possa
lasciare il segno.
Nell’incontro sono stati illustrati vari passaggi affascinanti sulla figura della Luti, che
grazie alla sua conoscenza della lingua fiorentina parlata fu cruciale per la
pubblicazione dell’ultima edizione de I promessi sposi e sul processo di ricerca e di
studio che ha portato alla redazione finale del libro. Nel corso della conferenza è
emersa una chiara volontà dell’autrice di descrivere il personaggio di Manzoni dal
punto di vista umano, facendo scoprire al lettore alcuni tratti del carattere del celebre
scrittore lombardo che non compaiono in nessun libro scolastico. La figura di
Manzoni è presentata infatti con tutte le sue insicurezze e tutti i suoi dubbi,
specialmente per quanto riguarda la correzione del suo capolavoro; viene inoltre
evidenziata l’intimità che gradualmente inizia a caratterizzare il rapporto tra i due, i
quali lavorando insieme alla revisione del romanzo instaurano un legame di affetto
caratterizzato, per certi tratti, da dolcezza.
Questi sono solo alcuni dei temi che si evincono dal libro, capace di rendere giustizia
a una donna che, all’insaputa di tanti, è stata decisiva per la riedizione e il rinnovato
successo di quello che è considerato il romanzo più importante della letteratura
italiana.

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