di Greta Evangelisti, III F

Rinchiusa qui,
desidero il cielo; un cielo che io
possa stringere tra le dita e
controllare, come si fa con il corpo. 
Apro la finestra, sento il canto
Del pastore, mischiato ai vagiti
Del suo bambino; 
Io vi prendo in giro! Non importa
Quanto proviate a mozzarmi il fiato
Con il corsetto o a bagnarmi 
Di smeraldi fosforescenti,
io scapperò, sarò aria.
Incontrollabile, cavalcherò 
Sulle nuvole e pregherò 
I gabbiani affinché mi portino via.
Tra le urla di rabbia delle onde,
di me udrete la risata, il disprezzo
che ho per voi ori e soldati;
Lo so, sulla pelle si avvertono tracce
Di salsedine ed eriche, la mia follia.
Perché io sono aria e nessuno 
Può prendermi.