di Greta Evangelisti, III F

                                    Monte degli ulivi, notte fonda, Galilea, epoca imprecisata

Ora sono qui, solo, sul colle addormentato nel buio. Io e il sicomoro, in realtà; ci guardiamo negli occhi, entrambi svuotati di luce, nel freddo dell’inverno.

Sono io o il mondo sta morendo assiderato? Una coltre di nebbia si stende sulla Galilea Giudea, il sibilo del vento affligge il mio cuore, di pietra calda.

Che stupidità, gli oboli d’argento! Quegli ipocriti mi hanno ingannato, mi hanno stordito la lucentezza dei loro scettri e le organze delle vesti! Hanno contribuito al mio piacere di affacciarmi all’inferno per la prima volta: la solitudine. Non esistono le fiamme della Geenna, fedeli, è un costrutto delle più nebulose fantasie …. esiste il buio, lo specchio distorto del tradimento. Esiste il rimorso; esistono le lacrime non versate di chi, a cena, mi ha osservato quando il Maestro ha dichiarato (che sguardo tranquillo, aveva!)

Stasera qualcuno di voi mi tradirà

Si sono levati i sussurri agitati dei miei compagni, è passato di volta in volta – saltellando – lo spaesamento, l’agitazione riassunta nelle tre parole Sono forse io??

Mi sono rintronate nella testa, infrangendosi, come lo specchio riflettente la mia coscienza avariata; e allora ho capito che non potevo mangiare con loro senza sentirmi male; senza realizzare di essere un intruso nella casa di Dio, da cui non deriva niente, solo parole vuote di amore e speranza.

Perché mi sono unito a loro, mi chiederete.

Forse per noia, forse per non andare a pescare ogni giorno con la prospettiva del digiuno incastonata all’orizzonte.

Se l’orizzonte è la frustrazione in cui i giorni si confondono, sinceramente ho deciso di seguire il figlio di Davide con l’intento di non avvertire frustrazione.

E pensare che la mia possibile àncora di salvezza sta per essere appesa ad una croce, sporca del sangue che ho sulle mani …

Mi viene da sorridere e piangere allo stesso tempo: come ho potuto uccidere per una caduta momentanea nell’oblio?

Non sono caduto per colpa del diavolo, ho deciso io di saltare, aiutato dai sacerdoti del tempio e dall’assenza di Jhwh Adonai dal mio esistere, così incolore …

E il sicomoro mi guarda, il cielo fumiga i resti delle stelle e io mi rimprovero per aver contribuito all’estinzione di Dio.

Perché vivere? Non mi sto commiserando, mi sto solo chiedendo cosa succederebbe se mi appendessi ad un ramo e aspettassi di spiccare il volo …