di Francesca Gibaldi, V D

Una conchiglia, niente di più
basta la sola a rievocare il blu nella mia testa,
la sola, avvicinata all’orecchio, a farmi sentire lo sciabordio delle onde
e il garrito dei gabbiani.
Quegli scrosci e quei gorgoglii,
il cui rumore trasportato dalla brezza
racconta storie d’ogni epoca,
mi accarezzano
e mi lasciano da ogni parte il sapore del sale,
invito a tornare presto o a non andarmene mai più.
La sabbia calda culla il mio corpo,
lo avvolge come una mamma che tiene in grembo il suo bambino
e mi dona una pace eterea, ultraterrena,
a tal punto che sento quasi di non meritarla.
Non importa che esso sia in bonaccia o sia in tempesta
nessun altro posto mi parlerà mai allo stesso modo.