di Alessandro Grasso, I F

“Raffaello 1520-1483” è la mostra a lui intitolata in occasione del cinquecentesimo anniversario della sua morte, organizzata dalle Scuderie del Quirinale con le Gallerie degli Uffizi ed in collaborazione con Galleria Borghese, Musei Vaticani e Parco Archeologico del Colosseo. Inaugurata il 5 marzo 2020, ma purtroppo chiusa al pubblico 3 giorni dopo a causa della pandemia del Corona Virus, la mostra racconta  la  storia dell’artista e tutta la sua arte.

Raffaello Sanzio, pittore ed architetto tra i più grandi del Rinascimento italiano, nasce ad Urbino, figlio di Giovanni Santi, pittore della Corte di Urbino, da cui deriverà il nome “Sanzio”. Inizia la sua carriera aiutando il padre, poi si sposta a Perugia nella bottega del Perugino per iniziare l’apprendistato. A 21 anni si trasferisce a Firenze, affascinato da Leonardo e Michelangelo, dove dipinge la “Madonna del Belvedere” (1506), “Madonna Esterhazy” (1508) e la “Madonna del Cardellino” (1506). Il tema più ricorrente nella pittura di Raffaello è la Madonna con il bambino, ma la grandezza del pittore sta proprio nell’aver saputo rendere il soggetto sempre bellissimo e diverso in ogni raffigurazione.

 A 25 anni viene chiamato da Papa Giulio II a Roma per affrescare le stanze papali; qui nascerà il capolavoro “Scuola di Atene” e diventerà l’artista più richiesto di Roma. È qui che trova la sua consacrazione che continuerà sotto Leone X. Nel 1514 viene nominato architetto della Chiesa di San Pietro in Vaticano; purtroppo dopo la sua morte i suoi progetti verranno modificati e quindi persi. Grande esperto d’arte classica, viene incaricato di iniziare il progetto di ricostruzione grafica della Roma antica, dei Cesari, ed introduce così nella società il principio della necessità di tutela e conservazione dei monumenti.

Muore nel 1520, a 37 anni, per una febbre alta probabilmente dovuta a comportamenti sessuali eccessivi e, per suo volere, fu sepolto nel Pantheon a Roma.

La mostra prende avvio dalla morte dell’artista, andando a ritroso nel tempo, strutturando attraverso un percorso espositivo che giunge fino al giovane pittore ed infine ad Urbino.

Dagli anni di Leone X, che rappresentano gli anni di maggiore creatività per Raffaello, di opera in opera si arriva ad un Raffaello più giovane, immaturo.

I cento capolavori, tra dipinti e disegni, esposti sono divisi nelle seguenti dieci sale:

  • Sala 1  La tomba di Raffaello a Pantheon
  • Sala 2  La lettera a Leone X
  • Sala 3  Il paragone con gli antichi
  • Sala 4  Le grandi committenze sotto Leone X
  • Sala 5  Gli arazzi vaticani
  • Sala 6  Poesia e pittura: l’ideale femminile
  • Sala 7  Raffaello architetto
  • Sala 8  Le committenze Chigi
  • Sala 8 b-c  Le grandi committenze sotto Giulio II
  • Sala 9  A Firenze per imparare
  • Sala 10  Raffaello giovanissimo.

Raffaello è stato l’artista preferito dai Papi per la sua capacità di raffigurare i soggetti cristiani con una pittura armoniosa, spontanea, rassicurante, caratterizzata da figure con sguardi dolci, teneri  e  pieni di grazia. 

Da qualche giorno la mostra è visibile online percorrendo le aree espositive con una passeggiata virtuale.

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