di Alberto Liverani, II F
Voleva emulare le gesta in Ferrari del suo idolo, ovvero Michael Schumacher -detto il Kaiser– ma in questi sei anni non c’è riuscito; così il 12 maggio la Scuderia Ferrari ha annunciato che Sebastian Vettel lascerà il sedile al madrileno Carlos Sainz Jr., cresciuto nei programmi giovanili della Red Bull, poi abbandonati per il poco spazio trovato. Classe ’94, Sainz formerà con il ventitreenne Leclerc una delle coppie più giovani del Cavallino. Metodico, ottimo sul passo gara, capace di leggere l’assetto dell’auto, cauto nei sorpassi. Nonostante un inizio carriera non brillante, nella stagione 2019 è riuscito a strappare un 6° posto nella classifica piloti, facendo così ottenere alla McLaren la 4° posizione nel campionato costruttori. Bravo nelle partenze, meno nelle qualifiche, si profila come il compagno di squadra perfetto, costante in gara e in grado di ottenere più punti possibili per il titolo costruttori. A parità di contratto fra i piloti, è evidente che i tifosi della Rossa hanno già il loro beniamino nel talentuosissimo Leclerc. Ciò ha dato il la per il valzer del mercato piloti. Daniel Ricciardo approderà finalmente in McLaren, dopo un corteggiamento della scuderia di Woking durato più di due anni. Il posto dell’australiano è stato occupato subito dal ritorno del quasi quarentenne Fernando Alonso, che tornerà dopo due anni di pausa dalla F1 nella scuderia della Losanga, la quale dal 2021 cambierà il nome in Alpine, marchio francese sportivo che la Renault vuole risollevare. Nei mesi di agosto e settembre i media riportavano il quattro volte campione del mondo Sebastian Vettel molto vicino alla Racing Point, futura Aston Martin. Lance Stroll, nonostante le non strabilianti prestazioni rispetto al potenziale della vettura che guida quest’anno, dormirà sonni tranquilli finché suo padre Lawrence sarà il proprietario della scuderia per cui corre. Pertanto, seppur Sergio Perez aveva un contratto fino al 2021, è stato congedato in anticipo mediante una clausola d’uscita di circa 8 milioni di dollari e il tedesco ha firmato per tre anni, dal 2021 al 2023. Sugli altri nomi da ufficializzare sarà necessario attendere almeno la fine di questa settantesima stagione. È necessario dire che, nonostante il Coronavirus, si è riusciti a organizzare un calendario di 17 gare, contro le 21 del 2019, in circuiti in cui è stato e sarà possibile correre seconda della situazione epidemica del momento. Ovviamente tutte le corse si sono svolte a porte chiuse, a eccezione del Gran Premio di Toscana, di quello di Russia e del Portogallo. Alcuni paesi non hanno dato la disponibilità per correre e Liberty Media, dopo aver analizzato la lista di tutti gli autodromi che avessero le misure di sicurezza necessarie, è riuscita a introdurre anche il circuito del Mugello, dove si è corso il 1000° GP della Ferrari, di Imola, portando così il numero di GP in Italia a 3, dell’Algarve presso Portimão in Portogallo, e dell’Istanbul Park in Turchia. Per rendere il numero di gare quanto maggiore possibile si è corso due volte in Austria e in gran Bretagna, sullo stesso circuito, mentre in Bahrain si utilizzeranno due configurazioni di pista diverse. A tre gare dalla fine del campionato, con il titolo costruttori già in mano alla Mercedes e con un Hamilton oramai vincitore di sette titoli mondiali, resta soltanto da vedere come andrà evolvendosi la situazione e come si cercherà di programmare la stagione 2021.