di Giacomo Voccia

Guerra e Pace, l’opera più celebre di Tolstoj, è un romanzo storico ambientato nella Russia di primo Ottocento, andando a coprire il periodo tra il 1805 e il 1820. Questi anni, già di per sé densi di avvenimenti, a partire dalla battaglia di Austerlitz fino all’incendio di Mosca da parte dei francesi, vengono ulteriormente arricchiti dall’evolversi continuo di trame e sottotrame riguardanti innumerevoli personaggi, di volta in volta più o meno protagonisti. Questi ultimi, inquadrati ed appartenenti ad un contesto aristocratico o militare, si dividono in due categorie: personaggi storici e di fantasia.

Questa dualità non è neutra, poiché la narrazione delle vicende risponde alla visione del mondo e della storia dell’autore, che si configura come guidata da una legge naturale che regola la vita degli uomini, ma che essi non sono in grado di comprendere, e rappresentano lo scorrere del tempo come una successione di libere volontà. Per questo, i personaggi storici si trovano quasi su un altro piano rispetto a quelli di fantasia, legati alla necessità immanente della storia e, al proseguire della narrazione, anche le gioie e le tragedie dei personaggi di fantasia saranno percepite come determinate dalla necessità. Tutta l’opera è fortemente pervasa dal senso di cambiamento, a partire dal mutare delle condizioni e degli ambienti nei quali i personaggi operano e dallo sforzo di presentare una narrazione quanto più ampia possibile, che abbracci la dimensione pratica dei personaggi, cioè le loro azioni, e quella interiore, espressa sia in monologhi sia in approfondite descrizioni dell’autore, senza escluderne i pensieri, cercando di sviscerare e conoscere sempre meglio l’animo umano, declinato diversamente in ciascun personaggio, che prende vita ed acquista spessore.

Nel narrare il percorso dei protagonisti ognuno di essi muta, assolvendo la sua funzione all’interno del grande disegno storico e, al tempo stesso, è intento a indagare la propria interiorità, ad affermare con forza i propri valori o a metterli in dubbio, a modificarli ed adattarli alle nuove circostanze e alle nuove consapevolezze alle quali è riuscito ad arrivare.

La dimensione morale è messa in primissimo piano, fondante per determinare la qualità e la persona, e per Tolstoj è naturale che cambi in una continua tensione anche inconscia, non necessariamente frutto di elucubrazioni del personaggio, ma in risposta diretta a quanto gli accade. Il cambiamento si determina anche in ambito artistico e letterario: i due soggetti principali, la Guerra e la Pace, come indicati dal titolo, si uniscono alla trattazione di altri argomenti come la religione, il matrimonio, le convenzioni sociali, la famiglia, l’amicizia e l’amore, andando a dipingere a tutto tondo anche la Russia di quel tempo, con le sue tradizioni e i suoi tratti popolareschi.

In diversi momenti l’autore interviene inframmezzando la narrazione a veri e propri saggi, seppur brevi, su molte tematiche, non ultima la già citata concezione della storia e la condizione umana, equilibrando le riflessioni presentate come oggettive, spesso argomentative e razionali, e il punto di vista di volta in volta soggettivo dei vari protagonisti. In questa monumentale opera, il cambiamento è più che storico, è universale, umano, valido per noi come per i primi lettori di Tolstoj, poiché fondato sull’animo dell’uomo, e dunque coincide con la crescita, con la vita, con l’affrontare le difficoltà e cambiare di conseguenza.

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