di Alessandro Grasso, II F

Nato in Olanda nel 1853 e morto in Francia nel 1890, Vincent Van Gogh è uno degli artisti
più conosciuti al mondo, non solo per la sua pittura, unica ed emotiva, ma anche per la sua
breve vita travagliata, tormentata dalla malattia mentale, conclusasi poi con una tragica morte.

L’artista è il simbolo del disagio esistenziale che affligge l’uomo nel periodo storico che segue la
rivoluzione industriale; vuole fuggire da una società frenetica e da un’esistenza fatta di
insoddisfazioni, si dedica alla pittura in età già avanzata, all’età di 30 anni. Considerato un realista – simbolista, poiché filtra la realtà che vede attraverso il suo “io”.

Seguendo il suo agitato mondo interiore, dipinge con pennellate piene e pesanti, in rilievo, con segmentazioni delle linee, prima usando colori scuri, poi colori accesi, caldi e vibranti. Durante la sua vita dipinse circa 864 tele.

Dopo essere stato in Olanda, a Bruxelles, in Inghilterra, a Parigi, e dopo aver dipinto quadri come
“I mangiatori di patate”, Van Gogh si trasferisce nel 1888, ad Arles nel sud della Francia, in
Provenza. Qui la sua pittura avrà una svolta ed una rinascita. Quando giunse ad Arles fu subito attratto dalla luce intensa che esaltava il colore del grano, infatti è proprio in questo periodo che attraverso la contemplazione dei campi sperimenterà la pace e le emozioni positive. Da allora in poi dipingerà “en plein air”. Della Provenza amerà i colori, il sole che illumina il paesaggio; tutto è colore intorno a lui.
Nei quadri dipinti in questo periodo le luci ed i colori si fondono, i colori sono lucenti, tutto è pieno di colori.

Van Gogh scriverà al fratello: ”Theo, che grandi cose sono mai il tono e il colore! E chiunque non
impari a sentirli, vive lontano dalla vera vita”.

Alcune opere di questo periodo sono: “Veduta di Arles con iris”, “Il ponte di Langlois”, “Girasoli
in vaso”, “Pesco in fiore”, “La casa gialla”, “Il raccolto”, “Seminatore al tramonto”. Nel “Seminatore al tramonto”(1888) in particolare, i colori sono molto accesi, quasi incandescenti. La densa pennellata evoca la forza prorompente della natura e della vita.

Il pittore fu sempre attratto da soggetti contadini, affascinato da queste figure sole in mezzo alla natura, in particolare l’uomo seminatore è portatore di vita grazie al suo gesto. La tela è dominata da due colori: il viola ed il giallo. Il viola del campo e della figura si contrappone al giallo del cielo e delle spighe di grano. Gli abiti del seminatore hanno gli stessi colori della natura intorno a lui, quasi a voler dire che ne fa parte. L’uomo però non è al centro del quadro dove invece si trova un sole accecante che domina la
scena e sprigiona luce ovunque. La potenza del sole è data non solo dal calore, ma anche dalle pennellate
che hanno una direzione centrifuga simili a dei raggi. La sensazione che ne scaturisce è quella di una forza benefica che coinvolge tutto. Purtroppo la morte lo raggiunse solo dopo due anni, colpito da un proiettile allo stomaco sparato da lui stesso o forse da altri mentre si trovava in un campo a dipingere.

La sua bara fu ricoperta di mazzi di girasoli, i fiori che amava tanto.

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