di Camilla Miroballo, II F
Attraverso questo commovente romanzo, Giacomo Mazzariol scrive un testo di formazione che non ha bisogno di metafore allusive e storie di fantasia, ma che attinge alla realtà più nuda della vita dell’autore. La storia di un bambino che desidera un fratello più di ogni altra cosa, che vuole sentirsi spalleggiato, che sogna un compagno di giochi e che una sera scopre che potrà averlo, ma che sarà speciale ed ai suoi occhi non può che apparire come un supereroe. Una storia di vita, di sentimenti, rifiuto e amicizia, che racconta la bellezza, ma anche la difficoltà che comporta il tortuoso percorso della diversità. Basta il titolo per avvicinarsi di un passo alla realtà del piccolo Giovanni e alle sue passioni, ma anche alla sua ingenuità e alla visione semplicistica che ha del mondo.
Il racconto si apre con la nascita del nuovo arrivato e si arricchisce di ricordi ed emozioni contrastanti, continuando con una serie di esperienze e scoperte, approcci e litigi, per concludersi poi con l’introduzione a “The Simple Interview”. Trattandosi di un testo autobiografico, per il lettore è di gran lunga più facile immedesimarsi nelle vicende del quotidiano di una comune famiglia benestante del ventunesimo secolo, di cui spiccano il valore e l’importanza. Risaltano in particolare le figure dei genitori, sempre attenti e presenti nella vita dei figli, premurosi e protettivi. Per Giovanni la famiglia è un punto di forza al quale fare riferimento, il più accogliente tra i propri rifugi. Se nell’ambientazione si vuole riconoscere la casa come spazio principale, è anche importante sottolineare il difficile approccio contrastato con il mondo esterno, che non solo viene ostacolato da più fattori, ma che alle volte per Giovanni è addirittura spaventoso, nonostante la sua incredibile voglia di vivere e la sua inesauribile forza d’animo. Dolce e premuroso nei confronti di chi ama e aperto e sincero nei riguardi di tutti, sa come farsi voler bene e come trasformare realmente in un superpotere la sindrome di Down.
Dopo non pochi problemi e conflitti interiori, anche il fratello Giacomo se ne convince e decide di tener fede al giuramento d’infanzia che lo legava a Giovanni. Non viene mai presentato un vero e proprio antagonista, se non la cattiveria delle persone o l’opinione pubblica. È interessante come venga affrontato tra le pagine il tema della crescita, il libro la racconta come uno sviluppo in atto, un percorso con ancora molte sorprese in serbo per il futuro. Mito per antonomasia che viene sfatato è senza dubbio la perfezione, che in un primo momento non viene menzionata, ma in seguito le riflessioni dell’autore lo portano a convincersi che esista e quindi a tenere nascosto il fratello, che non ne rispecchia i canoni classici. Solo crescendo arriva a comprendere che la perfezione fa parte della sfera personale dell’individuo e ne comprende l’unicità.
L’insegnamento più grande che questa lettura ha da offrire è come a volte sia necessario cambiare punto di vista, riscoprire la bellezza nella semplicità delle piccole cose, dei gesti quotidiani, guardando il mondo con gli occhi di chi, nonostante cresca, continua a cogliere l’aspetto ludico della realtà. Lo stile non è affatto complesso, il linguaggio è semplice e il lettore non è costretto a concentrarsi sulla sintassi, può rivolgere la sua attenzione ai concetti celati tra le pagine. Un libro che commuove, stupisce, diverte e al tempo stesso fa riflettere.