di Giovanni Fabbri, II F
Oggi in Italia circa la metà della popolazione si dichiara tifosa e conoscente degli andamenti sportivi della propria squadra, dimostrando la popolarità che il calcio ha il nostro paese, come riportato dai i più importanti studi statistici italiani come Ipsos e StageUp. Secondo diversi studi sociali fatti delle testate sportive Ultimo Uomo e Omnia Football, fu negli anni 30’ che il calcio divenne lo sport popolare per eccellenza e generalmente si andava allo stadio per vedere la squadra della propria città senza però effettivamente tifarle. Negli anni 50’ cominciò a nascere il fenomeno del tifo verso una singola squadra, generalmente quella della città o della regione di appartenenza, e nacquero i primi veri e propri tifosi legati a stemma e colori. Tra la fine degli anni 50’ e l’inizio dei 60’ però avvenne un fenomeno che avrebbe segnato per sempre la storia del calcio italiano. In quegli anni ci fu la migrazione di molti meridionali verso Nord specialmente a Torino e Milano, cuori industriali del paese, e allo stesso tempo dominarono il campionato italiano per una decina d’anni la Juventus degli Agnelli, l’Inter e il Milan. Per potersi integrare al meglio in un clima di pregiudizi e stereotipi, gli emigrati decisero di cominciare a tifare per una delle “tre grandi” e cominciò così la formazione di tre enormi bacini di “tifo strisciato” che staccava nettamente tutte le altre tifoserie italiane.
A rafforzare notevolmente questo legame era anche e soprattutto la notevole striscia di vittorie che queste tre squadre avevano in campo nazionale e internazionale che non faceva rimpiangere invece le squadre d’origine e i legami territoriali. Soprattutto in casa bianconera venne sfruttata l’onda di meridionali in arrivo con l’acquisto di molti campioni italiani provenienti dal Sud Italia che consentivano quindi alla Juve di assumere sempre più il carattere di squadra “nazionale” e sostenuta in tutto lo stivale. Milan e Inter sfruttarono di meno questo fenomeno, ma raggiunsero comunque un’espansione notevole anche loro in tutte le regioni. Da quel momento in poi lo scacchiere del tifo italiano rimase quasi sempre immobile con la Juventus che, secondo l’ultimo sondaggio effettuato da Calcio e Finanza, è sostenuta da un terzo dei tifosi italiani (33%, 8 milioni e mezzo), il Milan e l’Inter da un altro terzo (16%, 4 milioni a testa), e il resto delle squadre da un altro. A mantenere inalterato il dominio della Triade ci pensarono i corsi e ricorsi dei cicli vincenti e costanti delle tre grandi e la tradizione familiare del tifo, mentre a dominare tra tutte le minori piazze italiane ci furono quelle di Roma e Napoli, uniche in grado di interrompere talvolta i loro cicli vincenti e stabilirsi sempre nelle alte posizioni di classifica. Il legame territoriale è la base fondante del tifo giallorosso e azzurro che hanno infatti sostenitori quasi totalmente nelle loro regioni e fanno dei risultati vincenti la loro forza del continuo legame con un ampio bacino di tifosi (7% e 9%). A seguire vi sono le ultime delle “sette big”, Fiorentina e Lazio (3-2%), e poi storiche squadre provinciali legate al territorio come Cagliari, Torino, Bologna, Sampdoria, Genoa, Udinese a Atalanta. Ulteriori approfondimenti al riguardo il tessuto sociale calcistico saranno effettuati nei prossimi articoli mensili oltre che nel nuovissimo podcast del giornalino.