di Stella Domenicucci e Leonardo Bechini

L’emergenza Coronavirus, negli ultimi due anni, ha determinato significativi e radicali cambiamenti in
tutti i settori della vita quotidiana, impattando in modo particolare sull’istruzione.
L’impianto degli esami di maturità 2022, che dovrebbero avere luogo a partire dal 22 giugno, è ancora
un grande interrogativo. L’ultimo aumento di contagi e il possibile ripristino della Dad portano a
pensare ad una riconferma da parte del Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi della modalità
adottata negli anni precedenti: ogni candidato sarebbe dunque tenuto ad affrontare un esame orale
preceduto dall’esposizione di una tesina di fronte a sei commissari interni.
Come si relazionano gli studenti a questa ipotesi? Si è svolta un’indagine all’interno del liceo classico
Giulio Cesare per raccogliere il loro punto di vista.
Su un campione di circa 40 maturandi, il 61% di questi afferma di preferire un esame con solo prova
orale, il 34,1% con un solo scritto (quello di italiano) e prova orale, mentre il 4,9% sarebbe disposto a
tornare al regolare svolgimento delle cose.
Alla domanda “come stai vivendo la preparazione agli esami?” alcuni studenti hanno risposto così:
“Ci stiamo preparando, anche se manca ancora la parte più dura del programma. Da parte nostra c’è
fiducia, ma anche quell’ansia che ci accompagnerà poi fino agli esami. Crediamo che la maturità sia una
delle cose più belle e che segnerà la nostra vita. Sicuramente sia il livello dello studio che della
didattica in questo periodo non si sono del tutto abbassati, ma sono cambiati e se ne sono accorti
anche al Ministero. Per noi un esame senza scritti è giusto, perché è solo una conseguenza della
situazione”. (Carlo Lorusso e Rocco Palamara)
“Sono una persona molto ansiosa e penso che non potrei mai essere pronta ad affrontare un esame
normale, chiaramente a causa di questi due anni in Dad, che non ci hanno permesso di fare pratica
nelle prove scritte come le versioni”. (Laura Martinelli)
“Nessuno ovviamente si può sentire preparato al massimo in questo momento, ma penso che dopo
aver studiato per 5 anni in questo liceo una base la hanno tutti. La situazione Covid ha influito
moltissimo sulla nostra preparazione e penso che gli esami senza scritti siano la soluzione più giusta”.
(Beatrice Mancini)
“Per quanto riguarda le preparazioni e soprattutto per quanto riguarda la traduzione delle lettere
classiche, in due anni ci siamo allenati molto poco e da questo punto di vista ero molto preoccupato,
prima di sapere di questi ipotetici esami senza scritti. I professori non se la sono sentita, giustamente,
di farci fare compiti scritti a casa e senza tradurre costantemente non possiamo padroneggiare a pieno
le materie. Invece riguardo l’orale, nonostante questi due anni in Dad, lo studio c’è sempre stato e
perciò mi sento preparato”. (Alessio Piccioni)
Come esito dell’indagine, ogni studente intervistato ha lasciato trasparire il desiderio di un esame in
grado di assecondare le proprie competenze, senza eccessiva pressione su parti di programma
tralasciate o trascurate a causa della pandemia.
Senza ancora una disposizione precisa, il Ministro dell’Istruzione afferma: “Ci stiamo lavorando,
stiamo ascoltando tutti, continuate a studiare perché noi troveremo una metodologia che permetta a
tutti di esprimere le proprie capacità al meglio. Voglio un esame serio, non punitivo”.

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