di Lorenzo Carlino
Recentemente il nostro Liceo ha organizzato una raccolta di beni di prima necessità da spedire in Ucraina tramite la Chiesa di Santa Sofia.
L’iniziativa è stata molto apprezzata dai ragazzi che hanno portato cibo e medicinali in quantità veramente ingente, ma credo che questa raccolta debba spingerci ad una riflessione critica.
Questo conflitto, particolarmente complesso rispetto ad altri poiché avviene in luoghi nei quali la maggior parte delle generazioni non ha neanche mai visto la guerra, mette in risalto un aspetto tragico della nostra società: l’incapacità di leggere la realtà e di trovare soluzioni, dovuta all’alienazione dell’Uomo.
In primis possiamo partire dalla scuola, l’istituzione che si dovrebbe occupare dell’istruzione e della crescita dei giovani. Questo ruolo viene svolto limitatamente poiché in pochissimi se non in nessun istituto, sono stati organizzati eventi culturali sul tema, lasciando i giovani in balia delle notizie dei social o dei media main stream che spesso e volentieri sono falsate, distorte se non addirittura completamente false.
Ma questa incapacità si nota anche nella società più adulta ed in special modo tra i partiti politici parlamentari.
Coloro che, purtroppo o per fortuna, rappresentano la cittadinanza, non sono minimamente capaci di analizzare la situazione al fine di prendere una posizione, bensì si limitano a organizzare raccolte alimentari e portare fiori, attività che dovrebbero essere svolte da associazioni e non dai partiti.
È giusto che questi rappresentino gli interessi eterogenei della popolazione ma il loro compito DEVE essere quello di guidare il popolo verso una soluzione, soprattutto in uno scenario di crisi come questo.
Inoltre spesso dimentichiamo che il comportamento dei principali leader politici rappresenta tutti i cittadini italiani e sottolinea ogni giorno la bassezza della nostra classe istituzionale.
Da Di Maio che sfrutta l’occasione per fare una vacanza assaggiando cibi esotici, passando per Salvini che porta fiori qua e là modificando le sue posizioni ogni giorno in maniera confusionaria ed incoerente ,fino ad arrivare al “grande premier dotato di credibilità internazionale” che non trova un minuto per parlare con un Capo di Stato al telefono.
Insomma l’Italia si riconferma per l’ennesima volta uno dei peggiori giocatori in campo, nonostante la posizione strategica e la tradizione millenaria.
Allora che i partiti pensino ad organizzare tavoli diplomatici, a curare i nostri interessi geopolitici e a stipulare trattati internazionali, al resto ci continueremo a pensare noi.