di Maria Elena Blanda e Melissa Mona
Dal 23 al 30 marzo, molti studenti del Liceo Classico Giulio Cesare hanno avuto l’opportunità di vivere una bellissima esperienza negli Stati Uniti d’America, che ha permesso loro di svolgere attività di profondo valore formativo, senza però prescindere da un clima di grandissimo divertimento e momentanea spensieratezza. Aver avuto una simile possibilità è apparsa ai loro occhi come una sorta di liberazione, dopo due anni in cui la pandemia ha impedito di viaggiare e vivere la loro vita da ragazzi. È proprio per questo che, specialmente per i giovani, queste occasioni assumono oggi un valore quanto mai prezioso e rilevante.
Le iniziali preoccupazioni, legate in parte al lungo viaggio e in parte alla situazione pandemica, sono immediatamente svanite una volta atterrati a New York City. È stato molto coinvolgente, infatti, trovarsi a collaborare con ragazzi provenienti da ogni parte del mondo, per lavorare insieme al progetto per il quale ci eravamo preparati: la simulazione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. In pratica, siamo stati divisi in coppie e ad ognuna di queste è stato assegnato un Paese da rappresentare e una commissione, ognuna legata a un macro-tema diverso, esattamente come quelle delle Nazioni Unite. Ogni commissione aveva poi un argomento specifico e la sfida era quella di rappresentare al meglio le istanze del proprio Paese a riguardo. Simulando una vera e propria riunione dell’Onu, i vari paesi dovevano riunirsi in coalizioni in base alla vicinanza delle loro idee, al fine di scrivere delle risoluzioni sul tema di cui si trattava. Tutte le risoluzioni venivano poi poste ai voti e quelle approvate diventavano “risoluzioni ufficiali delle Nazioni Unite”.
Purtroppo, a causa del Covid e delle attuali dinamiche geopolitiche, la simulazione non si è potuta svolgere come previsto negli uffici delle Nazioni Unite nel Palazzo di Vetro, ma si è tenuta nelle numerose sale del nostro albergo, il Marriott Marquis Hotel.
Molti di noi non avevano mai provato nulla del genere. È stato perciò impegnativo iniziare a ragionare in un’ottica politica, come dei veri delegati, prendere decisioni che conciliassero l’interesse del proprio Paese con il bene comune, intrattenere vere e proprie relazioni internazionali secondo lo “staying in character”, cioè lo “stare nel personaggio” e l’agire come se non si trattasse di una simulazione. Bisognava calarsi il più possibile nella parte e comportarsi come un vero delegato del paese da rappresentare, che durante la simulazione diventava in qualche modo il proprio reale Paese d’origine. Anche le alleanze dovevano essere il più possibile verosimili, perciò per regolamento non ci si poteva alleare con un Paese con posizioni completamente opposte alle proprie.
Durante il viaggio si percepiva un generale sentimento di curiosità e di fascino, non solo per la “Grande Mela”, che ovviamente giocava la sua parte, ma anche per questa fantastica esperienza, che per la maggior parte di noi era un’assoluta novità. Alcuni hanno anche deciso di intraprendere questo viaggio perché interessati, magari in futuro, alla carriera diplomatica, perciò la possibilità di simulare una riunione tra delegati delle Nazioni Unite faceva decisamente al caso loro. Ciò che ha reso questo viaggio davvero speciale è stato il fortissimo spirito di gruppo che ha coinvolto tutti i presenti e ha portato a stringere belle amicizie a crearne di nuove, anche con persone di altri Paesi.
A seguito della fantastica esperienza della simulazione, ci sono stati due o tre giorni dedicati a visitare New York e a vedere alcuni dei luoghi più rappresentativi, come il 9/11 Memorial e il Metropolitan Museum, ricco di opere d’arte appartenenti a vari generi e periodi diversi e di oggetti provenienti dal mondo antico. Siamo stati anche a Wall Street e a Central Park, il polmone verde di New York, dove abbiamo interagito con dei nuovi “amici” animali come gli scoiattoli. Inoltre, l’attrazione turistica The Edge ci ha permesso di ammirare dall’alto, dalla bellezza di 101 piani, la città che non dorme mai. Immancabile è stato, naturalmente, un po’ di tempo libero sulla 5th Avenue. Questa città, magica e allo stesso tempo caotica, sembra quasi trovare proprio nel caos ciò che più la caratterizza e la rende speciale. Sembra assurdo, ma è come se la città trovasse il suo ordine interno proprio in quel disordine che tanto la contraddistingue.
L’aspetto più apprezzabile di questo viaggio è stato il perfetto equilibrio che ha bilanciato da un lato apprendimento e formazione, dall’altro sano divertimento e spensieratezza. Ci ha anche permesso di staccare per qualche giorno dalla quotidianità e dalla vita scolastica di Roma, senza però assolutamente perdere tempo, anzi sfruttandolo sempre al meglio. Insomma, un’esperienza che vale assolutamente la pena provare e che tutti noi siamo contentissimi di aver vissuto!