di Jacopo Valeriani
L’idea di mettere in scena la cena di Trimalcione è nata un po’ per gioco dalla professoressa Petrella, quando una mattina ci ha detto quanto sarebbe stato divertente vedere noi alunni del 3C nei panni dei personaggi del Satyricon di Petronio. E infatti così è stato. Ci siamo messi subito al lavoro per riadattare il testo, preparare i costumi e tutti gli oggetti di scena e in un paio di settimane eravamo pronti a provare.
Per la stesura del copione abbiamo deciso di trarre ispirazione dal romanzo di Petronio e dall’omonimo film di Fellini. Attraverso una sorta di “mini-primo atto” abbiamo contestualizzato lo spettacolo per genere, ambientazione e personaggi, offrendo le premesse di quella che sarebbe stata poi la parte della Cena vera e propria. La rappresentazione della Cena ha occupato i restanti due terzi dello spettacolo. Sebbene non ci sia un’interruzione tra il primo e il secondo “mini-atto”, lo spettacolo si può dividere in due parti, intervallate dall’ingresso in campo del vino. Abbiamo inserito alcune parti integrali prese dal libro e usato il film per prendere spunti su come metterle in scena, riadattandole ovviamente in modo che potessero essere più alla portata dei mezzi che avevamo a disposizione.
All’inizio è stato un disastro, temevo che non saremmo mai arrivati pronti per la Notte del liceo classico, ma con un grande sforzo da parte di tutta la classe, a cui bisogna fare tantissimi complimenti per l’impegno, siamo riusciti a realizzare qualcosa di carino, divertente e che porteremo sempre con noi ripensando a questi cinque anni di liceo. La fatidica sera della messa in scena eravamo tutti molto eccitati, ma anche un po’ spaventati. Nessuno di noi si aspettava un pubblico così numeroso, considerando anche che per tutti noi è stata la prima esperienza di questo tipo dai tempi delle elementari. Fortunatamente è andato tutto per il meglio, il pubblico si è divertito e anche per noi è stata un’esperienza meravigliosa. Un ringraziamento speciale, oltre ovviamente a tutti gli attori nonché compagni di classe, va a Francesca Loy, efficientissima come sempre nel risolvere problemi di qualunque tipo, a Camilla Cozzi, la nostra costumista che ha fatto un lavoro formidabile, e a Lorenzo Barone, che con la sua profonda conoscenza della letteratura latina ha fornito utilissime consulenze per la scrittura del copione.