di Leonardo Franco, I D
Il mondiale di calcio maschile è ormai alle porte e le critiche al riguardo non sono mancate. Tanti, infatti, sono i lavoratori migranti impiegati nella realizzazione del più grande evento calcistico dell’anno, sfruttati da datori di lavoro senza scrupoli.
Ad oggi, mentre la FIFA è destinata a generare enormi entrate dalla Coppa del Mondo, i lavoratori migranti si trovano a soffrire per far sì che i mondiali abbiano luogo, senza un’adeguata retribuzione. I datori di lavoro hanno ancora un controllo eccessivo sulla vita dei loro impiegati: possono costringerli a lavorare un numero di ore eccessive o impedire loro di avere la facoltà di cambiare lavoro. Quando i lavoratori migranti vengono sfruttati, è difficile per loro ottenere giustizia, risarcimenti o lottare collettivamente per migliori condizioni di lavoro.
La salute dei lavoratori
Uno dei principali rischi per la salute dei lavoratori migranti in Qatar è dato dall’esposizione a temperature estreme e a tassi elevati di umidità.
Fino a poco tempo fa la principale protezione contro i colpi di sole era il divieto di lavorare all’esterno in determinati orari, tra il 15 giugno e il 31 agosto;nel maggio 2021, l’inizio del periodo è stato anticipato al primo giugno e sono state introdotte due nuove misure:
– Il divieto di lavorare all’esterno quando l’indice che misura caldo e umidità supera una determinata quota.
– Il diritto dei lavoratori di fermarsi e presentare un reclamo al ministero per lo Sviluppo amministrativo e gli Affari sociali se temono un colpo di calore.
Non vi è tuttavia presente una misura fondamentale: periodi di riposo proporzionali alle condizioni climatiche e al tipo di lavoro. Il diritto dei lavoratori ad autogestire i ritmi di lavoro nella stagione calda, a causa dei rapporti di lavoro estremamente sfavorevoli, non risulta particolarmente utile.
I 6 decessi improvvisi di lavoratori migranti:
Quattro operai, una guardia di sicurezza e un camionista: queste le vittime partite per il Qatarl, le quali godevano di ottima salute dopo aver superato tutti gli esami medici obbligatori ma per cui attualmente le famiglie non hanno potuto avere nemmeno un risarcimento.
–Manjur Kha Pathan, 40 anni, camionista, si era lamentato perché
l’impianto d’aria condizionata non funzionava più. Ritrovato senza vita nel suo alloggio.
–Sujan Miah, 32 anni, tubista impegnato in un progetto nel deserto. Ritrovato morto nel suo letto, la temperatura aveva superato i 40 gradi.
–Tul Bahadur Gharti, operaio edile, morto nel sonno: aveva lavorato
dieci ore sotto la temperatura di 39 gradi.
–Suman Miah, 34 anni, operaio edile, morto dopo un lungo turno di lavoro con una temperatura di 38 gradi.
-Yam Bahadur Rana, guardia di sicurezza in un aeroporto, lavoro che lo obbligava a stare seduto per molte ore sotto al sole. Morto sul posto di lavoro.
–Mohammad Koachan Khan, 34 anni, intonacatore. Morto nel suo letto. Fortunatamente in questo caso la famiglia ha ottenuto assistenza dal governo del Bangladesh.
Non è un segreto che la FIFA abbia la responsabilità di dover agire quando lavoratori impiegati in attività di realizzazione come quella riguardante la Coppa del Mondo sono a rischio di vari sfruttamenti, ma ad oggi non sembrano esserci risposte. Gli abusi in corso mostrano che Qatar e FIFA, perciò, dovranno fare molto di più affinché il Mondiale lasci bei ricordi a tutto il mondo del calcio.