di Maria Stella Domenicucci, II B

Lunedì 24 ottobre, nel suggestivo clima di testimonianze, dibattiti, partite di scacchi e tornei sportivi, ha avuto luogo la prima assemblea dell’anno scolastico 2022-2023 al Liceo Classico Giulio Cesare. Tra le numerose opzioni formative, nell’anfiteatro di arte, si è tenuto il corso LaMafiaAttraversoL’Obiettivo, nel corso del quale il fotoreporter e giornalista Tony Gentile è riuscito a raccontare, tramite le sue foto, una delle pagine più dolorose della storia italiana.

Tony Gentile nasce a Palermo nel 1964, e lui stesso afferma che “la mafia ce l’aveva accanto alla porta di casa”. Inizia a fotografare da giovane, per sensibilizzare le coscienze in nome della legalità, schierandosi in prima linea contro i soprusi. In un’intervista di maggio 2022 afferma che, muovendosi in questa direzione, sapeva che dietro ogni omicidio che andava a fotografare, così come ogni manifestazione, c’era un messaggio che poteva dare e che sarebbe servito a qualcun altro per farsi un’idea e capire, proprio com’era stato per lui, da che parte stare.

Diventa presto fotoreporter e collabora con il Giornale di Sicilia e come freelance con l’agenzia Sintesi. È sul posto per testimoniare con i propri scatti l’aberrante conflitto mafia-Stato del ‘900, fotografando le stragi di Capaci (23 maggio 1992) e di via D’Amelio (19 luglio 1992) dove rimasero uccisi rispettivamente Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, insieme alle altre numerose vittime (Francesca Morvillo, Antonio Montinaro, Rocco Di Cillo, Vito Schifani, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Claudio Traino e Walter Eddie Cosina).

Tony Gentile e le foto testimoni della memoria collettiva per la giustizia  – La Voce di New York

Il 23 marzo 1992, pochi mesi prima dell’eccidio dei due magistrati, scatta (allora inconsapevolmente) la foto che lo renderà famoso a livello internazionale, raffigurante Falcone e Borsellino ad un convegno: due “amanti della vita” intenti a ridere in un momento di complicità. La si trova oggi su libri e giornali, sui frontoni dei palazzi di giustizia, nei circoli antimafia, nelle manifestazioni politiche, nei libri di storia contemporanea, nei cuori della gente. «Per lo più è stata interpretata in maniera pop»­ – afferma il fotografo – «Ma è interessante anche la sua popolarità in forma di tatuaggio. Normalmente ci si fa il tatuaggio con Che Guevara o Maradona, perché scegliere Falcone e Borsellino? È evidente come la foto sia diventata un pensiero, un’ideologia. È entrata nella vita della gente. Una volta l’ho vista sulla parete, nella bottega di un vecchio ciabattino di Ragusa Ibla, tra le foto dei suoi parenti morti con il lumino. Ma c’è anche un aspetto brutto: per i mafiosi questa foto può essere considerata un trofeo di caccia, oppure usata come paravento di una finta antimafia».

Chi erano Falcone e Borsellino? - FocusJunior.it

Mosso dalla speranza che, attraverso il fotogiornalismo, si possa combattere e resistere alla violenza, a luglio del 2022 pubblica Sicilia 1992. Luce e Memoria (Silvana editoriale): un libro in cui, tramite i suoi rullini, dipinge una Sicilia lacerata, cristallizzata tra stragi e resistenza popolare. Un libro che si fa testimone di una Palermo colta a 360 gradi, dagli omicidi, alle processioni religiose fino allo stadio La Favorita, capace di illustrare simultaneamente gli aspetti più crudi della società e quelli più umani.

«Chi usa la storia a fini consolatori, per convincersi di abitare un mondo dove certe cose non accadono più, e non invece per riconoscere le molte fratture del presente, dirà che oggi non è così» (Fabio Geda, Il demonio ha paura della gente allegra).

Tony Gentile, con i suoi strumenti, racconta una parte di storia che non solo non può essere dimenticata, ma presenta ancora importanti margini di attualità e deve essere integrata nella coscienza di ogni cittadino italiano. Solo in questo modo, uniti nella consapevolezza che tutt’oggi permangono le stesse e tante altre ingiustizie da combattere, si potrà camminare in memoria e in onore delle vittime che hanno lottato sacrificandosi per il nostro Paese.

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