di Francesco Parascandolo, III B
Pochi giorni fa è stata pubblicata da Eduscopio, un progetto della Fondazione Agnelli, l’annuale classifica dei migliori licei ed istituti tecnici, e in questa edizione 2022/2023 c’è una lieta sorpresa per il nostro Giulio: la nostra scuola, infatti, si è classificata in prima posizione fra i licei classici di Roma!
Ma in base a quali criteri è stata presa questa decisione? Eduscopio, come è specificato nel suo sito online, valuta le scuole raccogliendo i dati delle carriere universitarie degli studenti diplomati in ogni singolo istituto, per valutare quanto effettivamente quest’ultimo sia in grado di dare una solida preparazione ai propri studenti. Inoltre, sul sito è specificato che “al fine di garantire confronti appropriati e in grado di fornire informazioni rilevanti e utili alle scelte delle famiglie e all’autovalutazione degli istituti, eduscopio.it consente una comparazione diretta solo tra scuole dello stesso tipo e localizzate in territori relativamente circoscritti”. Il fine ultimo di Eduscopio nella redazione delle sue annuali classifiche è di offrire “informazioni e dati comparabili che siano utili agli studenti che terminano le scuole medie e alle loro famiglie e alle scuole stesse”.
Vista la natura della classifica stilata da Eduscopio, in questa edizione di dicembre abbiamo deciso di intervistare alcuni ex alunni del Giulio Cesare, diplomati negli anni ai quali si riferisce la ricerca, per farci raccontare il loro percorso universitario e in cosa pensano che la nostra scuola li abbia aiutati a intraprenderlo e continuarlo con successo.
Queste le domande che abbiamo posto ad ex-alunni diplomati dal 2017 al 2020:
1. Cosa studi adesso? Il fatto di aver studiato in un liceo classico è stato un vantaggio o uno svantaggio nell’approccio alla facoltà da te scelta?
2. Come valuti la preparazione che ti ha fornito il liceo classico Giulio Cesare? Potresti indicarne punti di forza e/o di debolezza?
3. Raccontaci un momento che hai vissuto al Giulio e che non dimenticherai.
Ecco le loro risposte:
Edoardo Tullio, 2018
Studio Medicina e aver studiato al classico mi è stato utile nella comprensione di molti termini del linguaggio medico, quasi sempre di origine greca. Oltre a questo sicuramente mi ha aiutato l’approccio (o almeno il tentativo) schematico alla traduzione latina e greca: penso che questo metodo sia un’arma in più nello studio delle malattie ma soprattutto è un’arma in più quando si deve attuare un ragionamento clinico. Infine dover gestire la grande mole di materiale che si doveva studiare al liceo, viste le molte materie e soprattutto doverlo fare nel tempo non eccessivo che dedicavo allo studio, mi ha sicuramente dato una mano ad affrontare i programmi degli esami universitari, a volte molto ampi.
Per quanto riguarda la preparazione che fornisce il Giulio, penso sia ottima: abbiamo sempre avuto professori molto validi e interessati alla nostra educazione e penso che questo sia un grande punto di forza. Inoltre ho sempre apprezzato lo spazio e l’importanza che veniva dato ai giorni e alle attività extra-didattiche come assemblee, settimane dello studente, notte dei licei, che sono una parte fondamentale degli anni al Giulio. Mentre un punto di debolezza sono forse le troppo poche ore di materie scientifiche che si fanno durante la settimana, che è sicuramente un punto di debolezza di tutti i licei classici e non solo del Giulio. Ho sempre pensato che si potesse sfruttare molto di più il laboratorio di chimica (magari anche con attività extra-didattiche e non obbligatorie) e a posteriori mi rendo conto che mi sarebbe decisamente servito.
Di momenti indimenticabili ne ho vissuti molti e sceglierne solo uno tra questi è veramente difficile. Ovviamente l’ultimo giorno è un ricordo bellissimo, infatti la sensazione di gioia e sconforto che ho provato e che poi è diventata subito grande malinconia, non la scorderò mai. Ma più che un momento esatto, mi viene in mente un momento ricorrente, che ho vissuto durante ogni giorno di scuola e che ricordo con molta nostalgia: indipendentemente dall’orario che avessimo, dai compiti, dalle interrogazioni, dalla pioggia o da qualsiasi altro motivo per cui avremmo potuto sfruttare in un altro modo quel momento, tutte e tutti (o quasi) le ragazze e i ragazzi del mio anno ci ritrovavamo dalle 10:52 alle 11:15, nello stesso identico posto del cortile, sotto alle scale di ferro, ogni giorno, a parlare delle stesse cose e sempre di cose diverse, sempre con la stessa routine, che però non ci stancava mai.
Micol Fontana, 2020
Sono un’ex studentessa del Giulio Cesare, classe III I. Oggi studio Medicina alla Sapienza e con grande convinzione (e spesso stupore dei miei colleghi universitari) credo che se tornassi indietro non cambierei la scelta del liceo. Faccio ora una facoltà scientifica, ma lo studio del greco e del latino non mi ha impedito di approcciarmi allo studio di materie “meno classiche” come fisica, chimica o statistica. Anzi credo che il Liceo Classico mi abbia aiutato a trovare il giusto modo di accostarmi allo studio di queste materie più scientifiche, oltre a fornirmi gli strumenti adatti ad affrontare molte situazioni, universitarie e non. La vera forza del classico è la forma mentis, l’acquisizione di un proprio pensiero critico, che serve sempre nella vita, a prescindere dalle future scelte universitarie o lavorative.
Credo anche che la mia preparazione classica possa darmi molti spunti nella professione che ho scelto di fare; in fondo per me Medicina è un po’ al limite delle facoltà scientifiche, avendo anche molto di umanistico, soprattutto in termini di “rapporto con l’altro” (la famosa relazione medico-paziente definita da Ippocrate).
Penso che il Giulio mi abbia fornito una preparazione a 360 gradi, dandomi valide conoscenze non solo nelle materie di indirizzo; ho avuto la grande fortuna di trovare docenti molto preparati e volenterosi che mi hanno dato la possibilità di approfondire anche in ambito scientifico (soprattutto matematica e fisica, che si crede vengano messe un po’ da parte al liceo classico, ma non è questo il caso). Non ho infatti avuto problemi nel superare il test di ingresso all’università, in cui gran parte delle domande erano di carattere scientifico; le mie conoscenze andavano ben oltre i programmi ministeriali del liceo classico e questo grazie ai professori che ho avuto.
Porto con me tanti bei ricordi del Giulio Cesare. Tra le esperienze più importanti sicuramente i concorsi e i progetti a cui ho partecipato, singolarmente o come gruppo classe, che mi hanno aiutato a mettermi in gioco e soprattutto ad applicare tutto ciò che avevo studiato in maniera un po’ diversa dal solito, in maniera che non rimanesse un sapere statico da manuale ma che ci fosse un ragionamento e una elaborazione. La terza I era famosa per partecipare a tutti i progetti, che spaziavano da una materia all’altra e sempre con ottimi risultati, grazie anche al bellissimo gruppo classe e ai nostri professori che ci hanno sempre seguito e supportato.
Nicolas Panatsopoulos, 2018
Sono ora al quinto anno di Giurisprudenza e sono fortemente convinto che il background ricevuto dall’istruzione classica sia stato un vantaggio nell’approccio alla mia facoltà perché mi ha garantito una adeguata proprietà di linguaggio che è risultata necessaria per poter affrontare e superare al meglio ogni lezione ed esame. La preparazione che ho ricevuto è stata sicuramente notevole, il Giulio Cesare è stata una palestra di vita oltre ad essere una scuola. Il punto di forza secondo me è quello di averci fatto scoprire la difficoltà e il sacrificio, il punto di debolezza forse è stato quella di mancanza di continuità nell’insegnamento delle materie, poiché troppo spesso sono cambiati i professori durante l’arco dei 5 anni. Un momento indimenticabile è stato sicuramente l’ultimo nostro concerto che abbiamo organizzato nel Maggio del 2018 quando abbiamo invitato Antonello Venditti per cantare le sue famosissime perle dedicate alla nostra scuola e agli esami che avremmo dovuto affrontare, ci siamo sentiti parte di una collettività, di un qualcosa di più grande che ha scalfito il nostro cuore e che mai dimenticheremo.
Luca Baronti, 2020
Sono uno studente del terzo di International Economics and Management presso l’università Bocconi di Milano. Malgrado Economia sia una facoltà con una forte componente numerico/quantitativa ritengo che l’aver fatto il liceo Classico non mi abbia in alcun modo penalizzato. Al contrario penso che mi abbia fornito i mezzi per non fermarmi a un’analisi superficiale e approssimativa dell’attualità, competenza fondamentale negli studi economici. Non bisogna mai dimenticare che l’economia è una scienza sociale e, in quanto tale, per una comprensione completa un approccio umanistico è fondamentale.
Nel complesso ritengo la preparazione fornitami dal Liceo classico Giulio Cesare sia stata ottima. Sono stato estremamente fortunato ad avere un corpo docenti non solo estremamente competente ma anche interessato alla crescita personale dei propri alunni. Oltre a ciò, ho avuto la fortuna di portare avanti questo percorso di crescita con dei compagni che non saprei come definire se non speciali: alcuni di loro sono ancora oggi i miei migliori amici e nutro per tutti sinceri sentimenti di stima e affetto. Il Giulio mi ha offerto la possibilità di esplorare le mie passioni e i mezzi per poter esprimere la mia opinione liberamente e per poter comprendere meglio le prospettive altrui.
I momenti indimenticabili vissuti al Giulio sono tanti e sceglierne uno è difficile. Il metodo più semplice è forse riportare quello che per primo mi è tornato in mente. Ricordo come fosse ieri il ritorno da una cena ad Alfama durante il viaggio d’istruzione a Lisbona.
Non so se fosse per quel senso di libertà che solo le gite riescono a fornire o per l’euforia di essere in una città a noi estranea ma so per certo che l’atmosfera era magica e l’emozione palpabile: le chiacchierate, le risate incontrollabili, le battute e un fortissimo spirito di complicità, tutti ricordi che il tempo difficilmente potrà sbiadire.
Matilde Sacchi, 2019
Dopo una triennale in Filosofia, attualmente mi trovo a Pisa per studiare Sicurezza internazionale, una laurea magistrale in International Security Studies diretta congiuntamente dalla scuola Sant’Anna e dall’Università di Trento. Studiare in un liceo classico mi è stato molto utile per la triennale (in cui era evidente che chi aveva studiato al classico si sentisse più a proprio agio su molte materie), ma anche per ciò che sto studiando adesso. Valuto la preparazione ricevuta al Giulio Cesare ottima per l’acquisizione di strumenti comunicativi e di ragionamento, soprattutto ai fini dell’argomentazione. Tuttavia, ritengo una mancanza quella di non aver ricevuto alcun insegnamento su basici software (soprattutto Excel) che vengono dati per scontati nelle aule universitarie. Del Giulio non dimenticherò soprattutto il corso di teatro, un’ottima occasione per simpatizzare con ragazzi di tutti gli anni.
Bianca Cardi, 2020
Attualmente studio filosofia, e aver frequentato un liceo classico è stato sicuramente un vantaggio, in quanto mi ha permesso di avere una formazione completa e solida. Nell’avvicinarmi alla filosofia mi è stato molto d’aiuto – e continua a esserlo tutt’oggi – lo studio di materie come greco, latino, storia e, ovviamente, filosofia.
Credo sinceramente che la preparazione data dal Giulio Cesare sia eccellente, sia per quanto riguarda i contenuti, sia per quanto riguarda la metodologia: le competenze e il metodo di studio acquisiti durante i cinque anni del liceo mi hanno davvero facilitato il passaggio all’università. Nello specifico, considero un punto di forza del Giulio Cesare il fatto che esso sia sempre aperto a nuovi progetti – io ho fatto parte del progetto Aureus Cambridge – che permettono di arricchire ancora di più la propria formazione, approfondendo alcune materie e acquisendo una buona conoscenza dell’inglese.
Un momento dei miei studi liceali che probabilmente non dimenticherò mai è la gita a Firenze del quarto ginnasio. Un viaggio bellissimo, in cui alla visita di una città così ricca di storia e di arte si aggiungeva la spensieratezza di quei primi anni di liceo. Se adesso penso a quel breve viaggio vedo i volti adolescenti di quelli che poi sarebbero stati i miei migliori amici per tutti e cinque gli anni fino ad oggi, e segno quei pochi giorni a Firenze come l’inizio di un periodo meraviglioso.
Giulia Dal Maso, 2017
Ho frequentato il liceo classico Giulio Cesare tra il 2012 e il 2017, anno del diploma. Ora studio giurisprudenza e a marzo, salvo imprevisti, mi laureerò con una tesi in diritto costituzionale. L’aver studiato al liceo classico mi è stato sicuramente di grande aiuto nella preparazione degli ostici esami dei primi anni di università. Abituata già a studiare una gran mole di materiale non ho avuto alcun tipo di difficoltà ad organizzare il carico di studio e ad organizzare gli esami, rispettando programmi talvolta anche piuttosto coraggiosi. La preparazione che ho ricevuto al liceo è stata fondamentale per i numerosi esami di storia del diritto che ho dovuto sostenere, poiché mi ha permesso di muovermi agevolmente nella comprensione dei termini tecnici latini. Lo studio dei classici mi ha aperto la mente, come si suole dire: ho acquisito un meccanismo logico-deduttivo che se in passato mi ha permesso di giostrarmi nelle traduzioni delle versioni, nel quinquennio universitario mi ha facilitato nell’interpretazione dei testi normativi e dei pronunciamenti giurisprudenziali. Il Giulio cesare è sicuramente un liceo dove ci si forgia come studenti, dove vengono fornite le carte per essere meritevoli e capaci. Mi sono sentita formata come persona e come consociata, so di aver avuto gli strumenti per imparare a vivere in società. Ho ricevuto una grande lezione del senso del dover che nella vita mi porta, a mio parere, ad essere una persona puntuale e precisa (forse anche troppo).
Credo, però, che negli anni in cui sono stata alunna sia stata portata avanti una campagna di valorizzazione delle eccellenze talvolta scellerata. Sicuramente anche a causa della mia forte emotività, talvolta al Giulio mi sono sentita sbagliata e non all’altezza rispetto ai miei compagni: la famigerata “cerimonia delle eccellenze” di inizio anno, dove venivano premiati gli studenti con la media dall’otto, mi ha sempre fatto sentire inferiore. Per quanto lo scopo suppongo fosse quello di spronarci, io ne ho un pessimo ricordo. Forse un evento del genere è di difficile comprensione per un acerbo quindicenne? Tutt’oggi rispondo a questo quesito con difficoltà, consapevole che il periodo scolastico adolescenziale non permette di vedere tutto con piena consapevolezza.
Il momento più bello vissuto al Giulio Cesare per me è stata la festa degli ottant’anni per il compleanno della scuola. È stato un grande momento di vita di comunità scolastica in cui ho sentito fortemente di essere parte di qualcosa. L’organizzazione di tantissime attività, La presenza di tantissimi alunni e ex alunni ha confermato che il Giulio è una scuola dove è bello stare e dove è bello costruire rapporti che durano tutta la vita. Il Giulio ha dimostrato, in quell’occasione, di non essere solo un liceo dove si studia senza soluzione di continuità: la scuola ha sempre avuto il desiderio prioritario di offrire a tutta la comunità studentesca un ventaglio di opportunità in più. Questo, a mio parere, rimane un grande punto di forza che mi auguro negli a venire non venga mai trascurato.
Adele Scopelliti, 2017
Mi sto laureando in Giurisprudenza, con un profilo specifico da giurista socio-tributarista, con una tesi quasi finita sui Diritti dei contribuenti nello scambio di informazioni e una pubblicazione ultimata lo scorso anno sui diritti dei contribuenti nei Reati Fiscali.
Ho fondato un’associazione di promozione sociale “Plato” e attualmente lavoro a Milano nella segreteria particolare dell’Assessore al Welfare di Regione Lombardia.
Il Liceo Classico è stato un momento fondamentale della mia crescita personale, ancor prima che professionale. Quindi senza dubbio un vantaggio.
Senza ombra di dubbio nei punti di forza rientrano le materie di Italiano, Latino e Greco, che sono state particolarmente illuminati. La mia persona si è formata intorno a ciò che ho imparato durante gli anni del Giulio grazie al prezioso lavoro di professoresse che hanno insegnato le sopracitate materie in modo eccelso, anteponendo la competenza al sapere nozionistico. Sembra scontato ma non lo è affatto. Le mie professoresse di Italiano, Latino e Greco hanno sempre messo davanti a tutto la competenza dei ragazzi, anche prima del loro tornaconto professionale. Perché fa sempre comodo far diventare gli studenti dei vocabolari parlanti; molti professori lavorano in questo modo. Ma non quelli che ho avuto io. Tra i punti forti dell’istituto non posso non citare l’ora di religione, un momento di confronto necessario per affrontare i duri anni dell’adolescenza.
Il punto forte del Giulio Cesare per me sono stati decisamente i professori.
La scuola la fanno le persone e finché ci saranno persone così ad insegnare, non c’è posto migliore a Roma o in qualsiasi altra città d’Italia dove studiare.
Mettersi solamente ad accumulare nozioni non è solo pesante, ma anche talvolta inutile.
Il lavoro che hanno fatto i miei professori, il loro sforzo, è stato quello di aiutarci a collegare le nozioni apprese, a rispettare le scadenze, ad essere puntuali, ad essere presenti nei progetti scolastici, ad essere propositivi, a credere sempre nelle nostre capacità, ad essere brave persone.
Sarò sempre profondamente grata per quello che ho imparato dal rapporto con queste persone meravigliose.
Tra i punti deboli metterei senza dubbio la matematica e il cambio di professori continuo nelle materie scientifiche. Si dovrebbe sfatare il mito che il liceo classico è un posto dove si studiano solo le materie umanistiche.
Non dimenticherò mai durante una gita a Valchiusa, in Provenza, al terzo anno, ci siamo fermati davanti ad un ruscello con la professoressa di Italiano a leggere Petrarca. Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro.
Tommaso Ippolito, 2018
Ho frequentato il liceo dal 2013-18. Per la laurea triennale ho studiato “tecnologie del suono” e ora sto facendo un master in “marketing e organizzazione di eventi”.
Il liceo classico mi ha sicuramente dato la fantasia e la curiosità di conoscere quindi non è mai uno svantaggio, né per le mie facoltà, né penso per il lavoro.
Punti di forza del liceo Giulio Cesare: ambiente grande e diversificato, possibilità di partecipare ad attività curricolari ed extracurricolari. Grandi spazi adatti ed equipaggiati a diverse materie (arte, scienze, educazione fisica, inglese, fisica.
Esperienze da ricordare: non un “momento”, ma al mio ultimo anno, tutta la campagna per la candidatura elettorale alla rappresentanza di istituto è un’esperienza che non dimenticherò mai nella vita.
Conclusioni
Leggendo tutti i racconti di questi ragazzi, al di là di tutte le sfumature personali e del percorso individuale di ognuno, ho notato con stupore che c’è un unico filo rosso che li collega e che descrive appieno anche la mia idea di questa scuola: l’inimitabile senso di comunità che si vive al Giulio Cesare. Oltre alle doverose e precise considerazioni sulla preparazione didattica offerta dalla scuola, infatti, tutti gli ex studenti hanno individuato, tramite il raccolto di aneddoti o esperienze personali, il fattore umano del rapporto con i compagni ed i professori come determinante per la loro crescita personale ed accademica, ed hanno attributo a questo la vera unicità del Giulio Cesare. Se infatti dovessi spiegare a un ragazzo delle medie, in procinto di iscriversi al liceo, perché dovrebbe scegliere il Giulio e non qualsiasi altro liceo di Roma, non gli parlerei della didattica, sicuramente ottima, né degli spazi offerti o delle iniziative proposte, che sono validissime ed arricchenti, ma gli parlerei del senso di appartenenza e di comunità che gli studenti e i professori sentono all’interno della nostra scuola, e che porta alla creazione di un ambiente piacevole in cui stare, perché la scuola deve essere prima di tutto un luogo in cui uno studente abbia voglia di andare. Gli parlerei dell’ambiente del Giulio, perché ci sono altri licei che offrono un livello di preparazione didattica molto alta, ci sono altri licei che hanno grandi disponibilità di spazi e iniziative da proporre, ma non c’è nessun liceo in cui io abbia mai visto una comunità studentesca così unita e solidale.