di Maria Ortolani, I D
È venerdì mattina.
Sara, ancora un po’ assonnata, si alza dal letto e si appresta a spegnere la sveglia che aveva già posticipato due volte.
Mentre apre le persiane si accorge che è appena sorto il sole. Con calma sceglie i vestiti da indossare. Dopo essersi preparata, va in cucina per fare colazione. La stanza era invasa dai raggi rosei del sole che stava sorgendo; il tavolo di legno aveva acquisito un colore caldo, dovuto al contrasto delle prime luci dell’alba che a stento scaldavano, come la brace quasi spenta in un camino.
Sara va verso la credenza, afferra il pacchetto dei biscotti, la sua tazza preferita e riscalda il tè nel pentolino.
Mentre aspetta che il tè si riscaldi è assorta nei suoi pensieri: immagina quanto sarà impegnativa la giornata, in seconda ora deve essere interrogata… Così, va in camera sua, prende il libro dallo zaino preparato la sera prima, e mentre fa colazione inizia a ripassare gli argomenti più difficili da ricordare.
Una volta terminata la colazione, ripone la tazza nel lavello e corre a mettere le scarpe.
Con il libro ancora in mano, prende lo zaino e a passo svelto va verso la fermata.
L’aria è leggermente fredda e ormai il sole è già alto nel cielo.
Arrivata alla fermata, indossa le cuffiette e ascolta la sua canzone preferita.
Scesa dall’autobus attraversa la strada e, mentre sale le scale, incontra due sue compagne di classe. Da questa mattina Giulia, la sua migliore amica, non è più a scuola con loro: è partita, si è trasferita a Milano.
Sara entra in classe e in attesa dell’appello immagina che dalla porta Giulia faccia capolino, non riesce ad allontanare dalla mente tutti i bei momenti trascorsi con l’amica.
Durante l’appello nota che il nome di Giulia è ancora nell’elenco, e tra sé e sé immagina che come tutti i giorni la sua compagna di banco sia lì, accanto a lei e risponda: presente!
Invece no, non era lì a darle sostegno. Ripensa a quanto le mancherà. Giulia era sempre pronta a rassicurarla dopo un’interrogazione o ad incoraggiarla prima dell’inizio di una verifica.
Riflette sull’ importanza degli amici: sono coloro che ti stanno accanto e che rendono la scuola più leggera.
Dopo scuola il tempo cambiò: le nuvole compatte, cupe e cariche di pioggia, si riflettevano nelle sue iridi luccicanti e piene di malinconia. Dai suoi occhi cadde una lacrima, che si fece strada sulla sua guancia, come le gocce che lentamente percorrevan
È un bellissimo racconto, nostalgico e malinconico