Ludovica Giardelli, Francesca Ordinola, Sofia Coglitore, Ludovica Corona, I E

Il 13 febbraio, nella biblioteca del nostro liceo, il professor Marco Ronconi ha presentato il suo libro, intitolato Teologia da bar. Insieme all’autore sono intervenuti Rosario Chiarazzo, docente di Teologia biblica e Angela Scozzafava, docente di Filosofia e Storia. «Questo libro è nato quasi per scherzo e per una provocazione di un giornalista della rivista Jesus», dice il professor Ronconi, dando inizio alla sua presentazione.  L’autore, per prima cosa, ha illustrato ai presenti il significato della parola dabar che ha un duplice siginificato: essa ha origine ebraica e si ritrova spesso anche nella Bibbia per indicare contemporaneamente la parola e il fatto. Inoltre, si presta ad un facile gioco di parole(da-bar): come spiega il docente, infatti,  i suoi nonni erano proprietari di un bar dove ha imparato il lavoro da cameriere. Il titolo del libro, per questi motivi, richiama un luogo particolarmente significativo nella crescita personale e umana dell’autore. Un altro motivo, per cui questa parola è stata aggiunta nel titolo, era costituito dalla volontà di non intimorire eccessivamente il lettore alla visione della parola “teologia”. L’autore, insieme ai due ospiti, ha spiegato che lo scopo dell’opera è di elaborare e introdurre un insieme di discussioni e provocazioni a tema religioso, per offrire la possibilità ai lettori di aprirsi a nuove questioni, ovvero di porsi nuove domande che riguardano la teologia. Il libro, inoltre, affronta numerose domande che ci pone la filosofia, per poter individuare le tracce di Dio onnipotente, che in ognuno di noi si manifesta in modo differente, specificando che il credere in Dio ed avere fede non significa rinunciare all’intelligenza. Il docente Chiarazzo indica la compatibilità del sottotitolo del libro con il modo di ascoltare e di dialogare nella società odierna. Il libro, secondo la docente Scozzafava, presenta uno stile piacevole che attira l’attenzione del lettore affrontando questioni significative, quale l’importante parabola dei talenti. Il professore si è dimostrato particolarmente orgoglioso del libro che ha scritto, riuscendo a coinvolgere il pubblico durante la presentazione, tanto che molti dei presenti hanno rivolto interessanti domande, a cui l’autore ha risposto con piacere. Abbiamo trovato in particolare molto interessante una domanda che chiedeva in quale modo i non credenti sarebbero riusciti a leggere questo libro. L’autore, in questa circostanza, ha risposto, in maniera molto arguta, che sarebbe meglio parlare di speranti e non speranti piuttosto che credenti e non credenti. La presentazione, quindi, si è rivelata un’esperienza costruttiva e interessante, che ha permesso di esaltare il carattere stimolante, coraggioso e critico del testo, incoraggiando tutti i presenti a leggerlo con interesse.

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