di Sofia Liverani, V F

Nelle giornate tra il 23 e il 26 marzo, ha avuto luogo presso l’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone di Roma l’annuale evento “Libri come”. Ogni edizione ruota intorno a una parola scelta di volta in volta: una parola pregna di significato che va a legare tutte le conferenze e gli incontri con autori che si susseguono nei quattro giorni. la parola di quest’anno era “Potere”: scelta per la molteplicità e varietà di significati: dal potere come forma di governo e controllo al potere come potenzialità, opportunità. L’evento ha portato sul palco personaggi della cultura di diversi ambiti e provenienze: dallo scrittore francese Daniel Pennac al fumettista tipicamente romano ZeroCalcare, da David Grossman a Valerij Paniuškin.

Molti autori hanno colto l’occasione per parlare della nuova uscita del proprio romanzo, come lo storico piemontese Alessandro Barbero che ha presentato “Brick for stone”, ultimo romanzo che l’autore stesso ha tenuto a precisare non essere storico, seppur ambientato nei giorni intorno all’11 settembre. Barbero si è definito “romanziere improvvisato”, sottolineando le grandi differenze tra il lavoro dello storico e dello scrittore: se il primo si dedica a un attento lavoro di ricerca e di consultazione delle fonti, il secondo ha la possibilità di inventare, elemento che il professore definisce “quasi spaventoso” per via del numero di informazioni fittizie da gestire. Ha raccontato come l’idea per il romanzo sia nata in lui proprio all’indomani dell’attentato, trovando compimento soltanto dopo vent’anni di lavoro saltuario fatto di abbandoni e riprese del progetto.

Daniel Pennac ha presentato il libro conclusivo della celebre saga che vede come protagonista Benjamin Malaussène e la sua particolarissima famiglia, il cui titolo è, per l’appunto, “Capolinea Malaussène”. Il tema del capro espiatorio, incarnato in ogni romanzo da Benjamin, accusato delle colpe più incredibili, è stata l’occasione per affrontare il tema del bullismo, che Pennac, in quanto per anni professore di un liceo parigino, conosce molto bene e ha molto a cuore. Parlando dell’esercizio del potere nelle sue forme negative, lo scrittore ha manifestato la sua solidarietà al popolo ucraino, devastato dalla guerra, e ha denunciato diversi uomini che al momento sono al potere e lo esercitano in maniera persecutoria contro i popoli a loro sottomessi. Purtroppo il tempo per condividere le proprie idee con il pubblico entusiasta è stato limitato dall’ingombrante presenza della scrittrice Valeria Parrella, che ha ritenuto di dover esprimere eccessivamente la sua ammirazione per Daniel Pennac, uscendo fuori dal suo ruolo di intervistatrice.

La ricca opportunità di ascoltare scrittori, giornalisti e personaggi celebri in vari ambiti ha fatto sì che si registrassero oltre 15.000 presenze agli eventi. Persone di ogni età, ma soprattutto molti giovani, si sono avvicendati nelle sale dell’Auditorium, per poter incontrare personalmente gli autori dei libri che li hanno fatti sognare.

Di Sofia Liverani

II F, caporedattrice, prima paginista, articolista.

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