di Valeria Maria Martini, II D
Per un paese
cattolico come il nostro, la Pasqua è sicuramente una festività molto sentita.
Che si sia veramente credenti o meno, è innegabile che ogni anno nel giorno
durante il quale si celebra la Resurrezione di Cristo la maggior parte delle
famiglie si riunisca. Seppur festeggiata da molti, a tanti sono sconosciute le
sue origini e alcune motivazioni dietro sue prerogative, perciò, con questo mio
articolo, mi pongo lo scopo di far comprendere meglio questo evento. Il termine
Pasqua deriva dal greco: πασχα pascha, a sua volta dall’aramaico
pasah e significa propriamente “passare oltre”, quindi “passaggio”. Gli
Ebrei ricordavano il passaggio attraverso il mar Rosso dalla schiavitù d’Egitto
alla liberazione. Per i cristiani è la festa del passaggio dalla morte alla
vita di Gesù Cristo. La tradizione di consumare l’agnello (oltre che
tradizionali contorni di sapore amarognolo: cicoria, broccoletti, carciofi,
asparagi etc) per Pasqua deriva dalla Pesach, la Pasqua ebraica. Infatti
l’agnello e le erbe amare fanno parte dell’origine di questa festività. In
particolare si fa riferimento a quando Dio annunciò al popolo di Israele che
lui lo avrebbe liberato dalla schiavitù in Egitto dicendo “In questa notte
io passerò attraverso l’Egitto e colpirò a morte ogni primogenito egiziano, sia
fra le genti che tra il bestiame”. Ordinando, così, al popolo d’Israele di
marcare le loro porte con del sangue d’agnello in modo che lui fosse in grado
di riconoscere chi colpire col suo castigo e chi no. Con il Cristianesimo, il
simbolo dell’agnello immolato per la salvezza di tutti diventa Cristo stesso e
il suo sacrificio ha valore di redenzione.
Un altro interrogativo che mi sono spesso posta è perché Pasqua non cada mai lo stesso giorno ogni anno. La risposta è legata al plenilunio di primavera. La datazione della Pasqua, nel mondo cristiano fu motivo di gravi controversie fra le Chiese d’Oriente e quelle d’Occidente. La prima delle due era composta da moltissimi ebrei convertiti e si celebrava subito dopo la Pasqua ebraica e cioè nella sera della luna piena, il 14 Nisan, primo mese dell’anno ebraico; quindi sempre in giorni diversi della settimana. Solo con il Concilio di Nicea del 325, fortemente voluto dall’Imperatore Costantino e dal Papa di Roma Silvestro, si ottenne che fosse celebrata nello stesso giorno in tutta la cristianità e cioè adottando il rito Occidentale, fissandola nella domenica che seguiva il plenilunio di primavera – quando poi, alla fine del XVI secolo, Papa Gregorio XIII riformò il calendario anche grazie alle scoperte astronomiche di Copernico, le Chiese Orientali rimasero fedeli al Calendario Giuliano, ragion per cui la Pasqua Ortodossa cade regolarmente sempre dopo quella cattolica e quella protestante (che segue la stessa datazione di quella cattolica).
Oggigiorno la celebrazione cade tra il 22 marzo e il 25 aprile denominandola così Pasqua bassa o alta, secondo il periodo in cui capita. Essendo una festa mobile, determina la data di altre celebrazioni ad essa collegate come la Quaresima, la Settimana Santa, l’Ascensione, la Pentecoste. E per concludere da dove vengono i due simboli pasquali più iconici, le uova e il coniglio? La simbologia dell’uovo è evidente: dall’uovo nasce la vita che a sua volta veniva associata con la rinascita del Cristo e quindi con la Pasqua. Il coniglio e la lepre sembra vengano da rituali pagani. Erano ritenuti particolarmente fertili e quindi sono stati associati con la Pasqua come un momento di rinascita. In conclusione, spero che questo articolo abbia rischiarato qualche dubbio o quantomeno possa esser spunto per eventuali aneddoti durante il pranzo di Pasqua…dell’anno prossimo.