di Lavinia Andreozzi ID, Michele Parente IIF, Ludovica Giardelli IE
Il 3 aprile nella biblioteca del nostro liceo Renzo Paris, scrittore, poeta italiano e docente universitario di Letteratura francese a Salerno e Viterbo, ha presentato il suo libro, Pasolini, Moravia: Due volti dello scandalo, da Einaudi stile libero.
Insieme all’autore è intervenuta Anna Smeragliuolo, docente del liceo Giulio Cesare. «Ho cominciato a scrivere questo libro perché, conoscendo i due autori, mi sono accorto che erano molto amici, pur non andando d’accordo su niente»: è così che l’autore comincia a parlare del suo libro, paragonando il rapporto tra Pasolini e Moravia ad uno scontro su un ring di cui nessuno dei due conosce l’esito e dove la vera posta del combattimento è l’intelligenza.
È proprio questo confronto a colpirlo, questo tipo di amicizia che ritrova spesso nella letteratura, come nel caso di Dante e Guido Cavalcanti.
Continua affermando che il suo non è un libro che ha lo scopo di illustrare solo la teoria dei due autori, ma che ha come fine quello di cercare di comprendere la società in cui entrambi si sono mossi.
Nel libro Paris parla anche della prima e ultima volta in cui ha avuto l’occasione di incontrare Pasolini: la prima, a quattordici anni, appena arrivato a Roma e l’ultima, avvenuta a Piazza di Spagna due o tre mesi prima della morte del poeta, durante la quale inoltre PPP confessò a Paris di non voler più scrivere né fare film.
La presentazione, rivelatasi molto interessante, ha permesso di conoscere in modo più approfondito e dettagliato la storia raccontata all’interno del libro e soprattutto come nasce l’idea di questo libro.
Un altro incontro a cui abbiamo assistito è stato giovedì 27 aprile, quando la biblioteca ha ospitato l’ex insegnante di Inglese del nostro liceo, Gaja Cenciarelli. Oltre ad essere una professoressa, Gaja è anche una scrittrice. Quella di giovedì era, infatti, la presentazione del suo ultimo libro intitolato Domani interrogo uscito per i tipi di Marsilio editore.
L’incontro è iniziato con la lettura dell’incipit del libro, che riporta l’elenco delle dieci leggi fondamentali per la vita di un insegnante. Alcune fanno davvero sorridere nella loro veridicità sconcertante, come la prima che recita: «Per gli studenti, tu non sei un essere umano»; segue poi: «Non importa quello che fai o quanto ti impegni per loro: gli studenti ti percepiranno sempre come un nemico» o la settima: «Gli studenti sono convinti che tu non sia un essere umano, tuttavia sono curiosi di sapere dove abiti, se sei sposato e se hai figli, nella remota eventualità che tu sia (un caso) umano». L’ottava legge ha suscitato il riso di tutti in sala: «Dieci minuti dopo il tuo ingresso in classe per la prima volta, gli studenti sanno già tutto di te», ma l’ultima è quella fondamentale: «Dopo aver compreso queste verità, hai due opzioni:
a) Entri in classe, spieghi la lezione, assegni i compiti e torni a casa.
b) La prendi sul personale e»… e da qui inizia la storia di Gaja, che, dopo tanto tempo trascorso sui libri, torna a lavorare in una scuola, ma si ritrova nella periferia di Roma. «Le scuole di periferia – dice – sono un mondo completamente diverso, con studenti che affrontano difficoltà nella vita e complessità familiari». Tuttavia, in poco tempo Gaja capisce che è proprio lì che doveva stare e che era il posto in cui voleva essere. I suoi studenti sembrano non avere un futuro, ma, nonostante ciò, la professoressa condivide con noi sia i suoi successi che i suoi insuccessi ottenuti con questa classe. Durante l’incontro ricorda molti episodi divertenti, commoventi e deludenti… L’ospite ha poi espresso le sue difficoltà come insegnante, suscitando una forte empatia da parte degli ascoltatori, che sono intervenuti facendole tante domande. È stato un vero e proprio momento di intimità tra studenti e professori, e l’incontro si è concluso lasciando in ciascuno la sensazione di un legame molto positivo nato lentamente tra tutti i presenti.