di Aldo Benedetti, III E
Tempo è una di quelle parole che l’accortezza suggerirebbe di definire sempre con prudenza. A dimostrarlo è il saggio del fisico pluripremiato Guido Tonelli che avvolge il lettore in una prospettiva che guarda il tempo da un’angolatura del tutto diversa rispetto a quelle a cui siamo abituati, generando uno stato di meraviglia quanto d’incertezza. Questa, a detta dell’autore, è una condizione imprescindibile ai fini del libro, che vuole rimodellare la concezione che abbiamo del tempo a fronte delle nuove scoperte scientifiche. Sin dagli albori dell’umanità, siamo stati inglobati in un sistema magico di rotazione di ritmi ed equilibri e il continuo susseguirsi dei cicli naturali, del giorno e la notte e delle stagioni ha fatto sì che sviluppassimo dei pregiudizi su di esso. Dietro la concezione della semplice parola “tempo” e del suo inesorabile fluire si cela parte della storia dell’umanità: è stato oggetto di un plurimillenario dibattito che, fin da Parmenide, ha spinto l’uomo all’asfissiante ricerca di coglierne il senso, a contrastare la paura che tutto possa finire realizzando opere immortali, a dare vita alla prospettiva di un “aldilà” su cui si sono basati sistemi etici ed intere civiltà. Quello che cerca di fare Guido Tonelli attraverso questo libro è provare ad allentare, pagina dopo pagina, la rigidità degli schemi nei quali le persone racchiudono l’idea di tempo, perché la concezione che di esso abbiamo è profondamente legata alla realtà storica e materiale in cui viviamo. Crediamo di esistere in questo sistema dominato da un grande orologio universale da sempre, quando è solo dal 13 ottobre del 1884 che il mondo ha sincronizzato gli orologi col meridiano di Greenwich. Crediamo che il tempo sia sempre esistito, quando ad aver demolito questa convinzione fu già Georges Lemaître nel 1927 dando vita all’embrione della moderna teoria del Big Bang. Crediamo che il tempo sia absolutum, dal latino, “sciolto da vincoli”. Ma è Einstein già nel 1915 a dimostrare definitivamente che l’idea del tempo come immutabile e incorruttibile fosse un pregiudizio.
Con la teoria della relatività speciale e, dieci anni dopo, della relatività generale, è cambiato il nostro modo di concepire il tempo, ma soprattutto conoscere il mondo. “Tempo, il sogno di uccidere Chrónos” nasce proprio da questo impellente bisogno di condividere e far conoscere tanto le meraviglie quanto l’imperscrutabilità della realtà in cui viviamo. Ci parla di una scienza che è riuscita a dimostrare sperimentalmente che lo spazio e il tempo non sono assoluti, che sono un unico concetto e che possono essere deformati dalla velocità e curvati dalla massa e dall’energia per cui il tempo, a seconda di questi due fattori, può scorrere in maniera diversa nell’universo o addirittura fermarsi, non esistere, come nei centri dei buchi neri. Tonelli ci parla di una scienza tanto ossessionata dal tempo che più volte ha provato ad ucciderlo, come nel caso dell’equazione di Weeler-De Witt o della “Loop Quantum Gravity”, ma “ora come ora, nessuno sa dire se mai arriverà il tempo in cui la scienza non avrà più bisogno del tempo”.Nonostante mi sia imbattuto spesse volte nel corso della lettura in trattazioni scientifiche personalmente troppo specialistiche, non posso che valutare il saggio positivamente per l’originalità e l’armonia con cui l’autore ha saputo unire scienza e spunti di carattere storico e filosofico ma soprattutto per le domande e la curiosità che è stato in grado di suscitare in me.