ELEZIONI POLITICHE 2022, AFFLUENZA: 63,9% (-9% RISPETTO AL 2018)
ELEZIONI AMMINISTRATIVE SARDEGNA 2024, AFFLEUNZA 52,4% (-1,23% RISPETTO AL
2019)
ELEZIONI AMMINISTRATIVE ABRUZZO 2024, AFFLUENZA 52,19% (-0,92% RISPETTO AL
2019)
Questi sono i dati sull’affluenza degli aventi diritto al voto nelle ultime elezioni…e da studente di un
paese democratico lasciatemi dire che ho paura e mi pongo delle domande:
-come mai una tendenza così forte dei cittadini a non votare?
-la democrazia è in pericolo?
Entrambi i quesiti non trovano facile risposta, ma vorrei proporre qualche spunto di riflessione per
cercarne una.
Politica e istruzione
Vorrei partire da un’interessante analisi di Sabino Cassese tratta da un recente articolo del Corriere
della Sera: l’ex Ministro si pone esattamente la mia stessa domanda; perché un’affluenza cosi in calo?
Gran parte della sua analisi si incentra sul tema dell’educazione e dell’istruzione. Cassese, citando
Vittorio Emanuele Parsi, spiega molto bene come la democrazia preveda una partecipazione attiva
(tema su cui torneremo successivamente) che permetta di distinguere le notizie vere da quelle false per
poter così riconoscere un “prodotto politico” di qualità, cosi è stato fino all’avvento dei mass media che
hanno fatto entrare in crisi tali presupposti. Se prima le notizie circolavano in modo limitato, oggi con
internet è facile avere accesso a un numero spropositato di informazioni, ma la capacità di scegliere
fonti attendibili e di collegare tra loro la messe dei dati non è molto diffusa e necessita di una maggior
istruzione; ciò comporta che non basti più una licenza media o superiore per un consapevole
svolgimento della vita politica e civile dei cittadini. Non a caso, osservando i numeri dell’istruzione
italiana a confronto con Francia e Germania, si nota una proporzionalità diretta fra titoli di studio
terziari e affluenza alle urne (minori sono i titoli di studio terziario, minore è l’affluenza). A questo
problema, spiega Cassese, si aggiunge la perdita della “funzione educativa” dei partiti, sempre meno
presenti sul territorio, problema su cui però torneremo più avanti.
Il mio voto conta?
Un altro tema interessante per rispondere alla prima delle mie due domande potrebbe essere la
percezione dei cittadini di essere poco determinanti nelle elezioni.
Il Sole 24 Ore in un interessante articolo sul calo dell’affluenza riporta i dati per cui maggiore è il
divario fra forse politiche minore è l’affluenza; effettivamente un singolo cittadino, notando un gran
divario fra forze politiche, potrebbe avere l’errata percezione che il suo voto sia inutile per le sorti delle
elezioni, dando per scontata la vittoria del partito di forte maggioranza, o per spacciato il partito di
minoranza.
Politica e cittadini: il grande tradimento
Un’ulteriore risposta al primo quesito la si potrebbe trovare nella gran delusione dei cittadini nei
confronti della politica; questa infatti negli anni potrebbe essere stata vista sempre peggio dai cittadini
per due motivi:
-Il distacco dal territorio: fino a qualche anno fa le sezioni dei partiti erano fortemente presenti nei
singoli quartieri o paesi, e coinvolgendo attivamente i cittadini, che vedevano nelle proposte e nelle
attività dei partiti una speranza. Se prima le sedi di partito potevano essere importanti luoghi di
confronto diretto fra classe dirigente e territorio, adesso sono luoghi utilizzati sporadicamente da pochi
tesserati (non a caso camminando per strada ci si può imbattere in sedi di partito oramai chiuse).
-L’avvento del più becero populismo: indubbiamente la tendenza della politica negli ultimi anni è stata
quella di ridurre ogni problema ad uno slogan, semplificando eccessivamente i problemi del Paese, per
ottenere maggiori risultati elettorali. La riduzione di problemi complessi ad uno slogan comporta
spesso una mancata risoluzione di questi, in quanto non vengono approfonditi abbastanza: si pensi ad
esempio al tema dell’immigrazione di cui da anni si parla in modo qualunquista, senza mai proporre
un’analisi accurata ed una soluzione concreta. La mancata risoluzione dei problemi induce nei cittadini
che hanno votato un determinato partito una forte delusione, soprattutto se ciò inizia ad accadere
sistematicamente.
Questo si ricollega bene a quanto affermato da Cassese: attraverso i mass media i problemi arrivano a
tutti e tutti acquisiscono la consapevolezza che le promesse fatte non vengono mantenute; la capacità di
scegliere una valida alternativa necessita di maggior istruzione e tale istruzione non è garantita a larghe
fasce della popolazione; il risultato è che il pensiero semplice prende continuamente il sopravvento con
slogan, superficialità ed ignoranza.
Si abbassa l’affluenza e trema la democrazia
Passando al secondo quesito vorrei rispondere in modo molto chiaro: si, la democrazia è in pericolo.
L’attuale coalizione al governo ha ricevuto circa il 44% (intorno ai 12.000.000 di voti) dei voti su
un’affluenza del 63,9%. Ciò significa che degli aventi diritto al voto (all’incirca 50.000.000) solamente il
24% circa ha realmente votato questa coalizione, che, nonostante ciò, ha avuto tutte le carte in regola
per formare un governo a larga maggioranza, che avrà grande potere decisionale per il nostro futuro:
ciò dimostra come la percezione dei cittadini di non contare nelle scelte elettorali sia errata.
Questa situazione mette in grave pericolo la democrazia, che sin dalla sua forma più primitiva trovava
nella partecipazione attiva la propria essenza, Pericle lo aveva già ben spiegato nel V secolo a.C:
“Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile;
e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.
Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della Democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore”.
L’esercizio del nostro diritto di voto è doveroso nei confronti di chi è stato e chi verrà, di chi ha
combattuto per noi e chi subirà le conseguenze delle nostre scelte, perciò è arrivato il momento di
metterlo in atto.
Lo chiedo a tutta la mia generazione: superiamo questo nostro disinteresse egoista e scegliamo il futuro
nostro e di chi seguirà!
“Libertà è partecipazione” – Giorgio Gaber