Dittico di Flaminia Perno (III E) ispirato ai vv 121-129 del primo canto del Purgatorio, fotografie di Martina Mauri e Flaminia Perno
Quando noi fummo là ’ve la rugiada
pugna col sole, per essere in parte
dove, ad orezza, poco si dirada,
ambo le mani in su l’erbetta sparte
soavemente ’l mio maestro pose:
ond’io, che fui accorto di sua arte,
porsi ver’ lui le guance lagrimose;
ivi mi fece tutto discoverto
quel color che l’inferno mi nascose.
di Martina Mauri e Flaminia Perno (III E)
Il I canto segnala la nuova dimensione, quasi già paradisiaca, del Purgatorio. Dante e Virgilio abbandonano definitivamente l’oscurità e riscoprono la luce, rivedono il cielo sereno e l’aria limpida. Il Purgatorio è il luogo più vicino al mondo terreno, nonché quello più “tangibile”. Per questo motivo abbiamo scelto i vv 121-129 del canto , i quali, a nostro avviso descrivono nel modo più coinvolgente la riscoperta di una natura reale, che entrambi i poeti sembravano aver dimenticato. In queste terzine assistiamo ad una delle scene più commoventi del poema: Virgilio poggia entrambe le mani sulla tenera erba ancora bagnata dalla rugiada, poi si rivolge verso il volto piangente di Dante, per pulire le sue guance dal nero dell’Inferno.