di Greta Evangelisti, III F, e Chiara Virgili, III B

Don’t Worry Darling è un thriller psicologico del 2022 diretto dall’attrice e regista Olivia Wilde, che mescola mistero, paranoia e critica sociale. Ambientato negli anni ’50, il film racconta la storia di Alice, una casalinga che scopre che la sua vita perfetta nasconde un inquietante segreto.

Il cast:

  • Florence Pugh: Alice Chambers
  • Harry Styles: Jack Chambers
  • Olivia Wilde: Bunny
  • Gemma Chan: Shelley
  • KiKi Layne: Margaret
  • Nick Kroll: Dean
  • Douglas Smith: Bill
  • Chris Pine: Frank
  • Sydney Chandler: Violet
  • Kate Berlant: Peg
  • Asif Ali: Peter
  • Timothy Simons: dottor Collins
  • Ari’el Stachel: Ted Watkins
  • Dita von Teese: Gigi

I Personaggi principali

  • Alice (Florence Pugh): Florence Pugh dà vita a un personaggio straordinario, una donna che all’inizio sembra accettare passivamente il suo ruolo di casalinga perfetta, ma che poi si trasforma in un emblema di forza e determinazione. La sua performance è intensa e coinvolgente.
  • Jack (Harry Styles): Harry Styles interpreta il marito di Alice, Jack. All’inizio, sembra essere l’uomo ideale, ma man mano che la trama si svela, anche lui diventa uno degli enigmi del film. La sua interpretazione, purtroppo, lascia qualche dubbio su quanto sia convincente in un ruolo così complesso.
  • Frank (Chris Pine): Chris Pine interpreta Frank, il leader carismatico della comunità. È un personaggio che incarna il fascino di un cult leader, ma anche la manipolazione sotterranea di un personaggio sinistro. Pine lo interpreta con grande abilità, ma senza mai esagerare.

Alice sembra vivere una vita idilliaca insieme al marito Jack in una comunità perfetta nel deserto della California. Ma quando inizia a notare cose strane, come il comportamento misterioso del marito e gli strani comportamenti degli altri abitanti, la sua realtà inizia a sfaldarsi. L’apice dell’angoscia viene raggiunto quando la vicina di casa Margaret attua dei comportamenti sempre più insoliti fino al suicidio finale. 

Alice si ritrova a fare domande pericolose e, mentre cerca risposte, scopre che la sua vita potrebbe non essere ciò che sembra. Il film si sviluppa attraverso il suo crescente senso di allarme e la sua lotta per comprendere cosa stia davvero accadendo intorno a lei.

Tematiche e Messaggi

  • Controllo e libertà: Una delle principali riflessioni del film riguarda la lotta delle donne contro il controllo e la manipolazione, un tema che si lega perfettamente agli anni ’50 ma che risuona con la realtà di oggi. Alice è prigioniera di una falsa perfezione e del suo stesso ruolo, come tante donne nella società.
  • Illusione vs realtà: Il film gioca con l’idea che la realtà possa essere manipolata, e il mondo che Alice vede inizialmente come perfetto è in realtà una prigione.
  • Stereotipi di genere: L’oppressione e il controllo sono rappresentati in modo molto visibile, ma il film non è solo una critica sociale degli anni ’50; è anche un promemoria che certe dinamiche sono ancora molto presenti oggi.

La nostra opinione 

Come thriller sinceramente non ci ha convinte più di tanto. 

Guardandolo non ci ha suscitato angoscia spavento o inquietudine nei confronti degli avvenimenti che ci passavano davanti. Come personaggio Alice ci sembra troppo standardizzato ed è ripetitivo il fatto che voglia sempre scoprire nuove risposte.

E sono troppo ridondanti le scene della sua vita quotidiana relative alle faccende domestiche o agli incontri amorosi con suo marito. 

Il messaggio che ha trasmesso ci è piaciuto particolarmente per la denuncia al maschilismo e l’invito al superamento  di quella società, tipica degli anni ’50, maschilista e patriarcale. È cruciale denunciare tale fenomeno poiché sono ancora oggi ricorrenti episodi di femminicidio, maschilismo o anche maltrattamenti, disuguaglianze;  e ciò viene considerato normale.  Purtroppo ancora oggi ci sono troppe differenze anche in ambito lavorativo: basti pensare al salario degli uomini che è più elevato rispetto a quelle donne,  nonostante la medesima mansione. Si stima che le donne abbiano solamente tre quarti dei diritti che hanno gli uomini. Abbiamo notato che il lungometraggio è piuttosto ispirato, a tratti copiato, alla “Fabbrica delle mogli” degli anni ’70, film che tratta tematiche analoghe poiché racconta la storia di una donna ritrovatasi in una città popolata da donne , che si interessano solo alle faccende domestiche e a mansioni “tipicamente femminili”, mentre la protagonista tenta di organizzare riunioni che destino riflessioni sul femminismo e consapevolezza dell’uguaglianza di ambo i sessi.

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