di Veronica Angelini, II G

“I dolori del giovane Werther” è un romanzo epistolare di Johann Wolfgang Goethe pubblicato nel 1774.
Con romanzo epistolare si intende una tipologia di romanzo in cui la narrazione è composta da una serie di lettere, inviate a un destinatario, il quale è alter ego dell’autore del libro. Nel caso di questo testo, il destinatario è Guglielmo, un suo caro amico.
Johann Wolfgang Goethe fu uno scrittore, poeta e drammaturgo tedesco, che visse durante il “Romanticismo”, corrente letteraria e artistica a cui apparteneva. Questa corrente, sviluppatasi in Germania alla fine del XVII secolo, aveva come punti principali la fantasia, la passione e il sentimento, elementi che infatti si possono riscontrare ne
“I dolori del giovane Werther”. Il romanzo si apre con una descrizione del villaggio, dove il giovane Werther si è appena trasferito, che descrive come “poco piacevole, ma in compenso con un’ineffabile bellezza di natura”, ma che lo rende molto sereno e tranquillo, cosa che ci fa dedurre che si trovi in campagna. Successivamente, in un’altra lettera, parla per la prima volta di un incontro che, con il senno di poi, cambierà la vita del ragazzo: durante un ballo (da ciò, capiamo che Werther appartiene a un ceto aristocratico) incontra Charlotte, una giovane ragazza molto bella, con il quale ha modo di parlare, e di cui si innamora follemente. In una lettera infatti scrive«Essa mi è sacra. Ogni brama in sua presenza si acquieta. Io non so mai rendermi conto di me stesso quando le sto vicino; è come se l’anima mi si trasmutasse in ogni fibra. C’è una melodia ch’essa suona appiano con ispirazione angelica, tanto è semplice e veemente il suo tocco». Werther, però, scopre che la ragazza è già promessa a un uomo, ovvero Albert, con il quale il protagonista instaura un rapporto di amicizia. Nonostante sappia del fidanzamento, il giovane spera che lei lo ricambi un giorno, e più passa il tempo, più se ne innamora.
Nelle lettere possiamo vedere come Werther vive quel momento: da una parte è follemente innamorato, dall’altra è sconfortato e depresso, quando capisce che non potrà mai avere il suo amore.
Leggendo queste pagine ho provato molta pena per il protagonista, in quanto ciò che lui prova, è molto vicino a noi: svariate volte succede di innamorarsi, per poi capire che la persona amata è impossibile da raggiungere.
Il giovane decide di “scappare” da ciò che lo faceva star male, e lascia il villaggio dove si era da poco trasferito, per dedicarsi agli studi per diventare un diplomatico.

Il nuovo ambiente in cui vive, però, lo delude, a causa della falsità che riscontra nei rapporti con l’alta società, e decide quindi di tornare nella piccola cittadina di campagna. Lì, viene a sapere del matrimonio tra Albert e Charlotte e, da quel momento, nelle lettere comincia a parlare di “suicidio”. Werther è infatti deluso della sua vita, e non riesce a trovare la felicità né nella città dove si era trasferito per studiare, né in campagna.Charlotte, però, nota cosa sta succedendo al giovane, e cerca di parlarci, in quanto non vuole perderlo come amico, cercando di mantenere un rapporto “fraterno”.
Werther durante la lettura di un romanzo, decide di baciarla, e Charlotte, nonostante l’amore che comincia a provare verso di lui, si sente vincolata al marito, e corre via.
Questa parte mi ha ricordato ciò che Francesca aveva raccontato a Dante nel quinto canto dell’Inferno della “Divina Commedia”: Paolo e Francesca si erano infatti baciati per la prima volta durante la lettura del “Galeotto”, e, a differenza di Werther e Charlotte, si sono lasciati andare al loro amore, nonostante Francesca fosse sposata con il fratello di Paolo. Charlotte, invece, rifiuta l’amore del giovane, in quanto è sposata e non trova il coraggio di tradire il marito.
Il giorno dopo, Werther chiede ad Albert le sue pistole, con la scusa di volerle portare con sé durante un viaggio. Il giovane, durante il suo ultimo giorno di vita, saluta tutti gli amici, e scrive una lettera di addio a Charlotte.
Il mattino dopo il serviente comincia a chiedere aiuto disperatamente, dopo aver trovato Werther morto, con accanto una delle pistole che gli aveva dato Albert. Alla fine del libro giungono sulla scena i due sposi, che piangono la morte del loro amico.
Il finale mi ha colpito particolarmente, in quanto, nonostante non sia descritta direttamente, si può immaginare la disperazione provata da Charlotte quando trova le lettere che gli ha lasciato Werther, comprendendo che lui si sia suicidato in quanto non è stato corrisposto da lei.
In questo romanzo si può intendere l’amore che il giovane prova per Charlotte, e la sua frustrazione e disperazione quando non viene ricambiato.
Queste tematiche sono al centro del Romanticismo, che voleva raccontare i sentimenti e le passioni umane, ma sono tutt’ora attuali, in quanto l’essere umano cercava, cerca e cercherà sempre l’amore corrisposto, e si dispera se non viene ricambiato.
Consiglio vivamente questo romanzo, una lettura scorrevole che rimane scolpita nel cuore di chi legge.

Di Veronica Angelini

II G, caporedattrice.