di Damiano Nascia, III G

Il 31 Marzo 2025, grazie all’invito di Massimo Ciaccia, docente di Storia e Filosofia del nostro liceo, il professor Massimo Cacciari ha tenuto, in aula magna, per gli studenti dell’ultimo anno del liceo “Giulio Cesare” una lezione sul rapporto tra filosofia e scienza.

Il Professore ha fatto subito una premessa fondamentale: la scienza non è empirismo, poiché l’atto empirico subisce sempre una modificazione; è quindi necessario analizzare e comprendere il rapporto tra soggetto e oggetto.

In questo senso la filosofia non può essere slegata dalla scienza, altrimenti la seconda diventerebbe scientismo e la prima una banale sottocategoria della letteratura. Effettivamente, se si torna indietro nella storia della filosofia, si nota che i primi filosofi erano fisiologi, volevano conoscere la natura delle cose.

Il problema del rapporto scienza-filosofia è nato nel momento in cui si è iniziato a pensare che metafisica e fisica fossero in contrasto fra di loro, quando, in realtà, la metafisica non fa altro che superare la scienza. Ciò è necessario per evitare che soggetto e oggetto perdano il loro legame fondamentale. La realtà, infatti, è complessa e impossibile da conoscere nella sua interezza: sarà quindi compito del filosofo comprendere tale complessità e analizzarla. Negare ciò significherebbe ridurre la scienza a una pseudo-scienza basata sulla fede nell’esattezza e nel dato empirico.

La filosofia, che non nasce da una rivelazione ma da un dubbio radicale, serve quindi a non rendere l’uomo servo di un dato empirico che qualcuno può professare.

La fine della filosofia (non troppo lontana da noi, considerando l’esempio tedesco) non sarà la fine di un mestiere, ma di una civiltà!

Durante la lezione si sono toccati svariati temi che, visto il tempo limitato, non si sono potuti approfondire.

Ciò che emerge però da questa lezione, anche alla luce delle domande di docenti e studenti presenti, è un concetto fondamentale, cui attualmente non si dà sempre la giusta importanza: lo spirito critico è la più grande forma di emancipazione per una società.

Seguendo infatti il ragionamento del professore Cacciari, possiamo affermare che intendere la scienza come semplice dato empirico, senza mai mettere quest’ultimo in discussione, significherebbe trovarsi a dover avere una fede cieca nei confronti di quel dato.

Nel momento in cui una qualsiasi persona reperisce tale nozione, potrà modificarla e utilizzarla a proprio piacimento, poiché non ci sarà nessuno pronto ad analizzare e mettere in dubbio il dato in questione.

In generale la nostra società sta andando incontro a una svalutazione dei saperi “non tecnici” a causa di una continua ricerca dell’utilità pratica in essi, che apparentemente sembrano lontani da una società globalizzata e tecnologizzata. Ciò che invece Cacciari ha evidenziato è che quelle stesse tecniche, per essere comprese e rese strumenti di emancipazione, necessitano di saperi come la filosofia. Una civiltà fondata unicamente sulla tecnica e sull’empirismo, slegata da qualunque sapere filosofico e umanistico, è destinata a fallire.

La lezione del professor Cacciari è stata senza dubbio interessante e utile per riflettere su questioni centrali del nostro tempo. Sono anche incontri con intellettuali di questo calibro che favoriscono la crescita della comunità studentesca sotto più punti di vista; pertanto, ci auguriamo di avere altre occasioni come questa per migliorarci e discutere insieme.

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