Da mercoledì scorso, nonostante l’autobus incendiato ha smesso di bruciare, altrettanto non ha fatto l’opinione pubblica e il dibattito politico. Di quella terribile esperienza i ragazzi della scuola media Vailati di Crema, infatti, ricorderanno anche che due storie: la prima, a lieto fine, è quella di Rami, egiziano che ha ottenuto cittadinanza, la seconda è quella di un suo compagno di classe marocchino Adam, non altrettanto fortunato.
A Rami, infatti, dopo essere stata richiesta dai familiari e dalla scuola e fortemente caldeggiata dal Ministro del lavoro ,Luigi Di Maio, è stata concessa la cittadinanza italiana. Il vicepresidente del consiglio Matteo Salvini ha affermato:”Sì alla cittadinanza a Rami perché ha dimostrato di aver capito i valori di questo paese. Per atti di bravura o coraggio, le leggi si possono superare”. La linea è quindi cambiata di colpo apparentemente per bontà d’animo. Il Ministro per la pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno aveva affermato che pur provando simpatia per il ragazzo il governo non avrebbe potuto concedergli la cittadinanza, eppure è successo, Di Maio dice, riferendosi a Salvini:”Sono contento che lo abbiamo convinto”.
Il pensiero va subito all’altro ragazzo, Adam, il quale pur avendo avuto lo stesso coraggio e la stessa “bravura” non ha ricevuto lo stesso premio. E le famiglie? Il padre di Rami ringrazia il governo mentre la madre di Adam chiede la cittadinanza anche per suo figlio. In ogni caso le famiglie di entrambi i ragazzi non godono di questo privilegio e Salvini e Di Maio, facendo scaldare l’opinione pubblica negano un qualsiasi collegamento della vicenda con la legislazione riguardo lo ius soli. L’argomento, infatti, non concerne il governo ma va “discusso nell’agenda europea” e fino ad allora concedere la cittadinanza sarà un atto di bontà e riceverla vincere un premio di una gara a cui non tutti posso partecipare.
Scilla Volpe Simoncelli